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Il lockdown in Lombardia ha salvato oltre 20.000 ore di vita (minacciate dall’inquinamento)

Uno studio del Rff-Cmcc ha calcolato quante morti premature ha evitato l’alleggerimento dello smog da febbraio a maggio: il 10% di quelli deceduti di Covid

Il lockdown in Lombardia ha salvato oltre 20.000 ore di vita (minacciate dall’inquinamento)

Alla conta dei danni “collaterali” della drammatica epidemia di Covid in Lombardia va inserito un altro dato: le vite salvate dal lockdown e dal conseguente “congelamento” dell’inquinamento. Per avere un’idea di quanto la riduzione delle emissioni dovuta al blocco dei movimenti delle persone impatti sulla vita e sulla salute basta riportare un dato: “Da febbraio a maggio, la riduzione dei PM2.5 ha salvato in Lombardia circa 8.500 anni di vita. La riduzione degli NO2 ne ha salvati circa 22.500”.

Lo spiega Francesco Granella, ricercatore dell’European Institute on Economics and the Environment e primo autore di uno studio che, attraverso strumenti di machine learning, ha calcolato il numero di anni di vita (in termini di morti premature) salvati grazie alla riduzione dei rischi di malattie ai sistemi cardiovascolari e respiratori che normalmente colpiscono gli abitanti della regione.

La letteratura medica attribuisce all’inquinamento dell’aria da particolato fine (PM2.5) e biossido di azoto (NO2) la capacità di arrecare seri danni alla salute umana. La Lombardia è una delle regioni più inquinate dell’OCSE. A fronte dello stop quasi totale delle attività umane nei mesi del lockdown le percentuali di riduzione delle concentrazioni di inquinanti sono state parziali: il particolato fine si è ridotto del 22% (6 microgrammi per metro cubo), mentre le concentrazioni di biossido di azoto del 36% (di 17 microgrammi per metro cubo).

“Le emissioni di questi due inquinanti vanno di pari passo ed è quindi difficile distinguere nettamente gli effetti dell’uno e dell’altro sulla salute, perciò non sarebbe corretto sommare questi valori per ottenere il numero totale di anni di vita salvati. Ma confrontandoli con il numero dei decessi causati dal COVID-19 nella stessa regione e nello stesso periodo (quasi 16.000 per circa 192.000 anni di vita persi nella regione), il nostro studio conclude che oltre il 10% degli anni di vita persi a causa del COVID-19 sono stati salvati dalla riduzione dell’inquinamento dell’aria dovuta alle misure di lockdown”.

“I risultati delle politiche di riduzione dell’inquinamento – spiega ancora il ricercatore – come ad esempio i blocchi del traffico, possono essere influenzati da diverse variabili naturali, come il meteo e la stagionalità. Per stimare le conseguenze del lockdown o di altre politiche sull’inquinamento non basta paragonare l’anno corrente con il precedente, o una città con un’altra, senza tenere conto delle differenze meteorologiche. La nostra ricerca tiene conto di queste variabili, e rileva una riduzione rilevante, ma non totale, delle concentrazioni di sostanze inquinanti nell’aria, che siamo in grado di spiegare analizzando nel dettaglio l’impatto del blocco sui diversi settori”.

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