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Il Napoli può vincere anche domani

Il Napoli può vincere anche domani

Il 10 maggio è sempre un giorno speciale per noi tifosi del Napoli, perché festeggiamo l’anniversario del primo scudetto, abbandonandoci a ricordi nostalgici, tornando con la memoria ad un passato, che, sebbene non molto lontano, sembra perdersi nella nebbia di un tempo mitico, del più classico “C’era una volta” con cui iniziano le favole. Di quel giorno, a dire il vero, non rammento nulla: avevo quasi tre anni e ho solo qualche foto di me bambino con la maglietta del Napoli numero 10, regalo di mio padre, che, da napolista ante litteram, ci ha sempre tenuto alla mia sana educazione calcistica. E sempre mio padre mi ha insegnato tutto quello che so sulla storia del Napoli: su Vinicio, Omar Sivori, Canè, su Pesaola e ovviamente su di Lui, l’Onnipotente Diego Armando Maradona da Buenos Aires. Perché, si sa, il vero tifoso del Napoli, gira e rigira, va a finire necessariamente ai piedi del Pibe, che ha ispirato e continua ad ispirare a tutt’oggi i sogni più o meno erotici, calcisticamente parlando, di tutti i supporters partenopei. Ed è anche giusto, sacrosanto, che sia così.

Al tempo stesso, però, spesso e volentieri cadiamo in una idealizzazione del passato, che in alcuni si trasforma in vera e propria pagana idolatria e che non ci consente di vedere quanto di buono stiamo facendo negli ultimi anni. Anni nel corso dei quali la Ssc Napoli sta consolidando la propria posizione ai vertici del calcio italiano, migliorando, di anno in anno, il proprio sex appeal a livello europeo. Certo, tutti noi vorremmo vincere lo scudetto, magari togliendoci qualche piccola soddisfazione a livello continentale. E non è detto che non ci riusciremo, anche a breve. Ma, per diventare davvero una grande squadra con una mentalità ganadora, dobbiamo rivedere il nostro rapporto coi ricordi calcistici, evadere dalla gabbia d’acciaio di antichi fasti giustamente invadenti e opprimenti, gettare le basi per un rapporto meno morboso con l’epoca maradoniana, che è stata un’epoca dai precisi contorni storici e in quanto tale ha un inizio e una fine. Abbiamo vinto tanto di sotto la guida di Maradona, che senza dubbio è stato un alieno, il migliore di tutti i tempi. Ma questo non implica che non possiamo vincere anche oggi e domani, coi giusti investimenti, le giuste figure dirigenziali, le giuste scelte nel prossimo calciomercato.

Non si tratta, si badi bene, di un invito ad accontentarsi di quello che abbiamo, anche perché la nostra attuale condizione non è affatto un qualcosa di cui ci si possa a mala pena accontentare. Anzi, è già tanto, e questo tanto potrà essere incrementato anche grazie ad una maggiore consapevolezza dei propri mezzi, delle proprie incredibili potenzialità. Liberiamoci, pertanto, da ogni pregiudizio dannoso sul presente e sul futuro prossimo, evitiamo di cadere nella sciocca rassegnazione, purtroppo parecchio diffusa, in virtù della quale si tende a sminuire i progressi che stiamo facendo. Ci manca poco, troppo poco, per quel famoso e definitivo salto di qualità, che possiamo e dobbiamo fare: sarebbe il modo migliore per onorare la nostra Storia.

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