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Lo scudetto si vince in trasferta, lì dove lo ha perso il Napoli

Lo scudetto si vince in trasferta, lì dove lo ha perso il Napoli

Abbiamo provato, sulle pagine del Napolista, a cercare nel modo più approfondito possibile la ricetta-scudetto. Il Napoli di Sarri ha lottato per il titolo, ha giocato un girone d’andata eccellente che ha poi pareggiato (nei punti in classifica) nel ritorno, ha subito la rimonta incredibile della Juventus e poi della Roma, mettendo in pericolo anche un secondo posto che sarebbe meritato. Ci siamo interrogati sugli scontri diretti, sul calendario, sul turnover. Alla fine, alla vigilia di Torino-Napoli, abbiamo forse la risposta definitiva. Lo scudetto, il campionato, si vince in trasferta.

Si vince in trasferta perché basta scorrere la classifica storica del nostro campionato per rendersene conto: nei campionati a 20 squadre, quindi dal 2004/2005 a oggi, solo in un caso la squadra con il miglior rendimento esterno è alla fine arrivata seconda in campionato. Parliamo della Roma 2009/2010, che terminò il campionato a 34 punti esterni contro i 33 dell’Inter campione d’Italia. L’altro precedente, quello del 2004/2005, con il Milan secondo in classifica ma primo per rendimento esterno, è stato invalidato da Calciopoli.

È proprio nel e col suo rendimento esterno che Sarri si è giocato lo scudetto. 27 i punti conquistati in 18 partite, con un abbassamento della media fino a 1,5 punti nelle ultime 6 sfide lontano dal San Paolo (4 sconfitte, un pareggio e una sola vittoria). È così che la Juventus ha potuto scavare il solco decisivo, perché se togliamo per l’appunto queste sei gare da 4 punti appena, la media diventa di nuovo altissima, quasi da scudetto. 23 punti in 12 partite, per un rapporto di 1,9 punti a partita che sulla proiezione a 18 partite direbbe 34 punti. Uno in più della Roma di Spalletti, ferma a 33. Sempre e comunque 7 in meno della Juventus schiacciasassi di Allegri, che ne ha conquistati addirittura 41 su 54.

Come dire: ennesima ode alla Juventus, anche perché il miglior Napoli possibile, vale a dire quello con la stessa identica media punti esterna tenuta fino alla “crisi” iniziata proprio con la sconfitta di Torino, non avrebbe potuto tener testa ai bianconeri. Non ce l’avrebbe fatta nemmeno il miglior Napoli in trasferta di sempre, quello di Benitez edizione 2013/2014. 35 punti conquistati lontano dal San Paolo, record di sempre nella storia azzurra, e appena 4 sconfitte e 5 pareggi su 19 partite per una media punti di 1,8.

Il Napoli deve migliorare proprio qui. O per meglio dire lì, lontano dal fortino di Fuorigrotta. È l’unico modo per poter pensare di tener testa davvero a una squadra come questa Juventus, che è addirittura dietro nella classifica del rendimento interno (Napoli a 48 punti, bianconeri a 47), ma ha compensato con un cammino esterno secondo solo a quello della Juventus di Conte 2013/2014, in grado di mettere insieme 102 punti totali e 45 lontani dallo Stadium. Vincendo domani a Verona, Allegri chiuderebbe il suo campionato in trasferta a un solo punto dalla squadra che ha battuto tutti i record possibili del nostro campionato. Una cosa che esalta ancora il torneo eccellente giocato dal Napoli e ci dice, una volta di più, dove la squadra di Sarri deve migliorare. È un dove, appunto, e si trova lontano da Napoli. Ma che è anche nella testa, così come detto dal tecnico toscano nella conferenza di oggi. Lui l’ha chiamata mentalità. Più o meno sono la stessa cosa.

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