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Cannavaro: “Il calcio in Italia è una religione, deve ripartire”

L’ex difensore del Napoli a TuttoMercatoWeb “Capisco la pressione, ma il calcio è lo sport più seguito in Italia ed è giusto che sia in cima alle cose di cui occuparsi”

Cannavaro: “Il calcio in Italia è una religione, deve ripartire”
Mentre in Italia si parte con la fase due e riaprono tante attività e si continua a discutere sulla data per la ripresa del campionato, Paolo Cannavaro,  collaboratore tecnico del Guangzhou, a TuttoMercatoWeb ha raccontato come stanno vivendo questa fase in Cina. Hanno conquistato maggiori libertà dopo mesi di lockdown, ma tutto sempre nel rispetto degli altri e delle regole.

“Sei una persona libera, puoi fare la tua vita. Ovunque vai però devi compilare un foglio o scaricare l’applicazione dove dichiari che sei stato in quel determinato posto. Tramite i controlli risalgono alle frequentazioni”.

Dal barbiere ad esempio

“si va per appuntamento con degli indumenti monouso dei quali poi bisogna spogliarsi. E ci si può sedere dopo che il posto viene sterilizzato. Però, vorrei fare un appello”.

Per questo Cannavaro fa un appello

“Attenzione: il Coronavirus non è passato e non possiamo fare tutto ciò che ci piace. Nessuno dovrà reagire così. Questi sono i primi step. Dobbiamo abituarci a convivere con la mascherina e i controlli costanti. In questo momento qualche regola deve cadere, anche sulla privacy. Se vado in un bar e mi viene chiesto di fornire il numero di cellulare e qualche dato so che devo darlo per il bene mio e degli altri. Facciamo finta che sia una partita di calcio: in questo momento siamo tornati in vantaggio, cerchiamo di conservarlo per arrivare al periodo estivo e divertirci. Spero che la gente torni ad avere degli introiti per pagare le spese che sono comunque tante. Torniamo alla normalità, ma con il massimo rispetto delle precauzioni”.

Sulla ripresa del campionato

“Sono a favore della ripresa, a patto che il nostro Paese possa prendere una boccata d’ossigeno. Se fossi ancora un calciatore di Serie A sarei favorevole alla ripresa, consapevole anche che ci possa essere qualche modifica come ad esempio giocare i playoff e i playout”

Sui maxi-ritiri

“Isolare i calciatori e gli allenatori non basta, dietro il sistema non ci sono soltanto loro. Ci sono la stampa, i tecnici, i commissari federali, gli arbitri, gli autisti. Mandare i calciatori e gli allenatori in ritiro non risolve il problema”

Su Spadafora

“Il Ministro dello Sport avrà una pressione psicologica molto forte. Però non deve dimenticare che il calcio in Italia è lo sport più seguito. Tante volte il calcio viene visto come un mondo di viziati, gente che guadagna tanto. Questa storiella l’ho sentita troppe volte. La verità è che il calcio in Italia è una religione, una fede, una passione che non toglierà mai nessuno. Se la maggior parte del paese ama parlare di calcio non è colpa di nessuno. Se in altri sport non ci sono altri privilegi è un’altra storia. Magari oggi c’è la pressione di altri settori. Il calcio è un motore che manda avanti l’Italia e deve avere il giusto peso. Capisco la pressione, ma il calcio è lo sport più seguito in Italia ed è giusto che sia in cima alle cose di cui occuparsi. Se quello più seguito fosse stato un altro sport, si sarebbe parlato dell’eventuale altra disciplina”.

 

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