Su Libero critica il lavoro del comitato tecnico scientifico: «Per loro il medico sociale dovrebbe avere il dono dell’ubiquità»
Su Libero, Luciano Moggi scrive del protocollo stilato dal Comitato tecnico scientifico per la ripresa del campionato. Una dimostrazione del fatto
“che siamo in mano a dilettanti all’oscuro della materia calcio”.
Elenca tutte le criticità, dall’individuazione del luogo in cui effettuare i ritiri alla responsabilità del medico sociale,
“cui è affidato il compito non solo di monitorare il gruppo, ma anche dare indicazioni sui comportamenti da adottare nello spogliatoio, nella sala massaggi, durante la riunione tecnica, nella sala da pranzo e in camera. Il medico deve garantire negli spogliatoi il distanziamento di almeno 2 metri. Qualora non fosse possibile (e non è possibile), deve scaglionare l’ingresso”.
Lo stesso medico sociale dovrà organizzare massaggi e fisioterapia, e anche le modalità delle riunioni tecniche.
Sono compiti e responsabilità troppo grandi, dice.
“Non è infatti nei compiti del medico organizzare le riunioni tecniche tra allenatore e squadra, disciplinando partecipanti e distanze, né occuparsi della sala pranzo. Ci vorrebbe il cane “Segugio” per stare al passo di tutto e un medico non può avere il dono della ubiquità. Che ne dite?”.