Il preparatore atletico dello Zenit a La Stampa: «Non è come dopo la pausa estiva. I calciatori in due mesi hanno potuto fare solo cyclette»
Su La Stampa un’intervista a Ivan Carminati, ex preparatore atletico di Inter, Manchester City e Lazio oggi allo Zenit San Pietroburgo.
Spiega che i due mesi di stop per la pandemia sono molto diversi dalle pause estive normalmente concesse ai calciatori.
«Nelle vacanze estive, che durano 40 giorni, c’è la spiaggia, si può giocare a tennis e ci si muove molto di più. Qui invece la maggioranza dei calciatori poteva fare solo cyclette. E i più fortunati correre su un tapis-roulant. Sarà opportuno dividere la squadra a gruppi per separare chi ha potuto lavorare di più e chi meno nelle rispettive abitazioni».
Bisognerà lavorare con carichi graduali. Il pericolo degli infortuni è dietro l’angolo.
«Sicuramente partire con carichi di lavoro graduali per evitare gli infortuni. Perdere adesso un giocatore, in un campionato da finire con partite ogni 3 giorni in un lasso di tempo ridotto, significherebbe perderlo per tutta la stagione».
Soprattutto, a preoccupare, sono gli infortuni a muscoli e articolazioni.
«Bisognerà stare attenti a ogni situazione, a muscoli e articolazioni. Ma soprattutto ai tendini d’Achille, sollecitati dai cambi di direzione e dagli scatti, con accelerazioni, frenate e ripartenze. Il calcio in partita è fatto soprattutto di questi movimenti. Ma è proprio quello che è mancato negli ultimi due mesi agli atleti, costretti in casa o da qualche giorno soltanto alle prese con le sedute individuali».