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Completata la sperimentazione, il plasma sarà usato per la cura della Covid-19

La Lombardia annuncia la fine dello studio pilota: mortalità in terapia intensiva era del 15%, si è ridotta al 6%. Per l’occasione tornano in conferenza Fontana e Gallera: “Primi in Italia a farlo”.

Completata la sperimentazione, il plasma sarà usato per la cura della Covid-19

Il San Matteo di Pavia ha completato la sperimentazione per la cura della Covid-19 con il plasma, e il trattamento potrà ora essere adottato in Lombardia, e in seguito Italia. E’ l’annuncio per il quale si ripresenta in conferenza stampa, assieme ai ricercatori che hanno portato avanti lo studio pilota, la coppia Fontana-Gallera. Il Presidente della Lombardia e il suo assessore diventati protagonisti degli ultimi due mesi di epidemia regionale del coronavirus.

Lo stesso Fontana conferma che anche il governo italiano seguirà le orme della Lombardia, su questa strada per la cura della malattia.

Carlo Nicora, direttore generale del San Matteo di Pavia e i suoi ricercatori spiegano il successo della sperimentazione di questo progetto di studio pilota, portato avanti dal 17 marzo al 18 maggio: l’utilizzo di plasma da donatori guariti come terapia per i pazienti critici. In pratica la via della immunizzazione passiva. Un percorso cominciato ad appena due settimane dal primo caso, quindi in diretta con la guarigione dei primi pazienti. Una “terapia solidale”, come la definiscono in conferenza stampa.

Una volta caratterizzato il plasma sulla base del potere di neutralizzazione che aveva (“senza titolazione del siero si rischiava di avere risultati sconfortanti, come accaduto anche in Cina”), la procedura prevede che il rintracciamento del soggetto adatto, l’arruolamento in sicurezza, e in circa 35-40 minuti con macchinari disponibili quasi ovunque si ottengono circa 600 ml (due dosi) di plasma potenzialmente utile, dicono.

La mortalità in terapia intensiva era mediamente del 15%. Con il plasma si è ridotta al 6%. Da un decesso atteso ogni 6 pazienti, si è osservato un decesso ogni 16. I parametri respiratori sono migliorati “drammaticamente” al termine della prima settimana di terapia con il plasma, e così le immagini radiografiche.

Ora i dati dovranno essere vagliati e pubblicati sulle riviste scientifiche.

A chiudere la conferenza stampa – per passare all’incasso dei meriti – l’assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera, che subito reclama il primato della Regione: “Siamo gli unici che hanno un protocollo. Siamo l’unica Regione con risultati testati. Li mettiamo a disposizione del Paese, ma l’abbiamo fatto in Lombardia. Siamo quelli che l’hanno fatto”, insiste.

Gallera spiega anche che “i test seriologici che stiamo facendo sempre di più, hanno anche la funzione di individuare il plasma iperimmune. Una strada dettata dalla scienza, per portare ogni contributo possibile alla cura per una malattia per cui oggi la cura non c’è. Siamo la Regione con il maggior numero di guariti. Partiremo da loro. Li chiameremo affinché vengano a donare il plasma. Il secondo slot sono quelle a cui stiamo facendo i test seriologici. Vogliamo fare la banca del plasma”.

 

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