Si tratta di un inibitore del complemento che è stato utilizzato al San Raffaele su un paziente di 71 anni con un quadro molto compromesso
Il Sole 24 Ore racconta oggi di una nuova cura utilizzata solo al San Raffaele di Milano che avrebbe salvato al momento i primi due pazienti. Si tratta di un inibitore del complemento infuso ai pazienti che potrebbe rivelarsi un arma fondamentale per la lotta al coronavirus. Proprio per questo l’Fda si dice pronta a far partire uno studio clinico internazionale.
“Il primo caso trattato al mondo è un italiano . È un uomo di 71 anni che dopo 14 giorni di infusione continua di un nuovo farmaco sperimentale è guarito da una grave polmonite da Covid-19 e ora è felicemente a casa. Il suo quadro clinico era molto compromesso – ipertensione, colesterolo alto, insufficienza renale, vasculopatia con un infarto alle spalle – e al momento del ricovero in ospedale è stato messo subito in ventilazione non-invasiva (Cpap), insomma un paziente particolarmente a rischio”.