Il campionato inglese arriva spaccato al voto sulla ripartenza: non c’è accordo sui campi neutri. I calciatori hanno paura e la polizia invita il sistema a non lamentarsi: “sono morte 30.000 persone, smettetela”
Lunedì potrebbe essere il giorno in cui la Premier scoppierà. Il lunedì nero. La Bundesliga che riparte il 16 maggio ha alzato l’asticella delle aspettative sul campionato di calcio più ricco del mondo, che invece s’è impantanato sui piani di ripartenza: lunedì si vota, e non c’è accordo alcuno. Tra lotte intestine, club ribelli, minacce di penalizzazioni, e un quadro epidemiologico sempre preoccupante, il calcio inglese sta affrontando “una spaccatura tossica”. Così la definisce il Telegraph, che riassume i punti della discordia.
I 6 club ribelli che non vogliono la ripresa negli stadi neutri, sono stati minacciati di detrazioni di punti per il rifiuto di continuare a giocare. Le squadre in questione, tra cui l’Aston Villa, sono state avvisate: il mancato completamento di questa stagione potrebbe avere conseguenze catastrofiche per l’industria del calcio. Chiedono, per sbloccare la situazione, che vengano annullate le retrocessioni, per quest’anno. Ma la Federcalcio non ha alcuna intenzione di cedere al ricatto.
La polizia, nel frattempo, ha redarguito i club: la smettessero di lamentarsi quando più di 30.000 persone hanno perso la vita a causa del coronavirus.
E poi ci sono i calciatori. Che hanno plaetalmente paura, anche se a metterci la faccia sono in pochi. L’ha fatto Sergio Aguero, tra i big. Ma in Europa per ora c’è un solo caso di giocatore che individualmente decide di sottrarsi scegliendo la salute: in Spagna, in Seconda divisione.
I giocatori inglesi, scrive il Telegraph, avrebbero rifiutato le quarantene pre-stagionali in stile Bundesliga. E i medici ribadiscono che ci sono svariati pericoli a riprendere l’attività in queste condizioni. Le famose 100 domande restano lì sul tavolo, in attesa che qualcuno risponda e trasformi i dubbi in nuovi stringenti protocolli.
Lunedì, dunque, si vota. Il fine settimana, scrive il Telegraph, servirà a mettere ulteriore pressione sulle “piccole” ribelli, con la minaccia di ritorsioni e penalizzazioni. Ma Paul Barber, l’amministratore delegato del Brighton, il primo club a dirsi contrario ai campi neutri, ha dichiarato: “L’unica cosa che ho imparato durante questa crisi è che fai un passo alla volta. Non guardi troppo lontano perché, se lo fai, inciampi”.