L’ex portiere al Corriere Bologna: «Faranno come quando furono costretti a giocare l’ultima surreale giornata prima dello stop. L’intero sistema, al di là del calcio, deve ripartire»
Il Corriere Bologna intervista l’ex portiere Emanuele Viviano. Dice che i calciatori accetteranno di ripartire quando sarà loro detto di farlo.
«L’intero sistema, al di là del calcio, deve ripartire: serviranno intelligenza e precauzioni, anche se a volte quando c’è molto denaro in ballo intelligenza e razionalità sono poche. I calciatori fanno ciò che gli viene detto, come quando furono costretti a giocare l’ultima surreale giornata prima dello stop. Quando si deciderà di ripartire a giocare i calciatori accetteranno. I discorsi sul fatto che sono strapagati lasciano il tempo che trovano»
Sulle paure di contagi tra i calciatori.
«Ognuno di noi ha famiglia e parenti, si rischia di contagiare chi non è in grado di sopportare il virus. Tra i calciatori infetti nessuno ha avuto problematiche gravi, ma bisogna pensare a chi potrebbe subirne».
Viviano parla della situazione che c’è adesso a Brescia.
«Qui i morti sono stati migliaia: la gente ha affrontato un’emergenza pazzesca con grande dignità. Mia moglie ha perso una zia e un cugino è stato intubato in ospedale ed è tornato a casa dopo due mesi: chiunque ha perso un parente o un conoscente».
Sarà necessario che la Serie A aiuti le categorie inferiori.
«La serie A deve aiutare le categorie in difficoltà, in cui non si guadagnano cifre stratosferiche, e chi fa le categorie deve avere i requisiti per farle: vedere 20-30 club che saltano ogni anno non è accettabile»