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Calcioscommesse, il muro di omertà contro cui stanno sbattendo il pm e il gip di Cremona che hanno svelato i segreti di piazza Fontana e piazza della Loggia

Calcioscommesse, il muro di omertà contro cui stanno sbattendo il pm e il gip di Cremona che hanno svelato i segreti di piazza Fontana e piazza della Loggia

Gran bell’articolo oggi sulla Gazzetta dello Sport. Articolo che avrebbe meritato un richiamo ben in evidenza in prima pagina. Lo sigla Roberto Pelucchi. È focalizzato sul pm e sul gip dell’inchiesta di Cremona relativa al calcioscommesse. Due nomi affatto ininfluenti nella storia giudiziaria – e non solo – del nostro Paese. Si tratta di Roberto Di Martino, il pm titolare dell’inchiesta, e del gip Guido Salvini. Sono due magistrati che hanno contribuito a far luce su due stragi che hanno segnato l’Italia repubblicana: piazza della Loggia, a Brescia, e piazza Fontana a Milano.

Il giornalista della Gazzetta ripercorre brevemente, altrimenti non basterebbero cinque libri – le loro inchieste e poi si sofferma sugli ostacoli che i due hanno incontrato nell’inchiesta di Cremona. Proprio mercoledì scorso, dopo un estenuante lavoro, la Seconda Corte d’Assise d’Appello di Milano – Di Martino sosteneva l’accusa – ha condannato all’ergastolo l’ex ispettore veneto di Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi e l’ex fonte dei servizi segreti Maurizio Tramonte per la strage di piazza della Loggia a Brescia. E racconta di come spesso Di Martino sia sbeffeggiato dal mondo del calcio: “«è in cerca di celebrità», «infanga persone perbene senza prove», «l’inchiesta sta durando un’eternità», hanno detto in molti. Per ignoranza, visto che Di Martino ha dovuto dividersi su più fronti: piazza della Loggia, calcioscommesse e la normale attività della piccola Procura di Cremona. Combattendo l’omertà del calcio, molto vicina a quella mafiosa – scrive Pelucchi -, senza ottenere aiuto dalle istituzioni calcistiche o da altre Procure: la volta che ha provato a stralciare una parte dell’inchiesta se l’è ritrovata archiviata nel giro di un mese. Per tacere della giustizia sportiva, che con una mano ha preso (le carte di Cremona) e con l’altra ha tolto (annacquando le squalifiche dei tesserati al Tnas)”.

Di Salvini ricorda che il suo lavoro di giudice istruttore per il processo di piazza Fontana ha ottenuto “la conferma che la strage fu compiuta da una formazione di estrema destra, Ordine Nuovo, per costringere il presidente del Consiglio, Mariano Rumor, a decretare lo stato di emergenza e facilitare l’insediamento di un regime autoritario. Certe anche le responsabilità personali degli imputati storici Franco Freda e Giovanni Ventura, non più processabili perché precedentemente assolti per insufficienza di prove”. E si conclude: “Di Martino e Salvini hanno combattuto il terrorismo e ora stanno cercando di provare a fare pulizia in un calcio che di ripulirsi non pare proprio avere intenzione”.

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