Siamo ai dettagli, direbbero Gino Paoli e Ornella Vanoni, o anche Di Marzio che parla dell’ennesima trattativa di calciomercato. Stavolta siamo ai dettagli nelle differenze tra le ricostruzioni dell’aggressione di De Laurentiis ai poliziotti avvenuta la settimana scorsa a Capodichino. L’edizione napoletana di Repubblica riporta oggi quella che potremmo definire la versione del Napoli. Il presidente starebbe preparando una contro-ricostruzione ma a leggere l’articolo di oggi le differenze sono davvero poche. Riassumibili in pochi punti: l’agente donna si sarebbe fatta male già prima, una distorsione alla caviglia all’esterno dell’aeroporto e lo stesso presidente l’avrebbe aiutata.
In secondo luogo, emerge che De Laurentiis da sempre usufruisce di un trattamento privilegiato a Capodichino. Un po’ per motivi di ordine pubblico, un po’ per garbo, insomma per rango sociale. Solo che stavolta che il presidente avrebbe esagerato. Erano in diciotto con bagagli piuttosto ingombranti. Cosa che non avrebeb consentito la scorciatoia di favore. Ed è a questo punto che De Laurentiis – abituato a essere trattao diversamente – si è infastidito. Quindi conferma che si è rivolto al poliziotto che comunque lo scortava dicendogli in pratica “è inutile che mi segui, a questo punto non mi servi”. La gomitata nella versione presidenziale è un braccio intorno alla gola.
Insomma, ripetiamo, siamo ai dettagli. Una vicenda triste da tanti punti di vista. Sarebbe interessante, oltre che doveroso, sapere quando e chi ha deciso che De Laurentiis avesse diritto a un trattamento privilegiato a Capodichino. Se lo Stato, o chi per esso, abitua qualcuno a essere più uguale degli altri, può capitare poi che ci sia una ribellione quando il trattamento privilegiato viene negato. Il che, ovviamente, non è una giustificazione. È solo per sottolineare che “il pesce puzza dalla testa”. L’episodio è grave ma è soprattutto molto triste.