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Il Project Restart, il progetto della Premier per tornare a giocare

Un vero prontuario che permetterebbe ai club di tornare ad allenarsi e giocare in tranquillità nonostante l’emergenza coronavirus

Sebbene la decisione finale sia stata rimandata all’8 maggio, le 20 squadre di Premier che si sono riunite oggi hanno deciso all’unanimità di portare a termine il campionato e per farlo hanno redatto un documento contenete le linee guida,  il Project Restart che riporta la Gazzetta dello Sport

1) Gare a porte chiuse in impianti neutri e che garantiscano la maggior sicurezza possibile. Ipotesi, questa, caldeggiata dalla polizia e preferita dall’esecutivo-Johnson, mentre qualche club fa resistenza per ragioni di “integrità sportiva”. Un nome: il Brighton.

2) Politica di tamponi capillare: due test settimanali per squadre – giocatori, staff tecnico, inservienti – arbitri e addetti ai lavori in generale.

3) Sanificazione continua degli ambienti, dagli spogliatoi ai palloni.

4) Protocollo di sicurezza negli allenamenti: gruppi di giocatori di massimo cinque unità; sedute a rotazione; uso delle mascherine – ci sono aziende che stanno preparando quelle speciali per gli sportivi -; divieto di uso degli spogliatoi e dei servizi igienici nei centri tecnici; quarantena obbligatoria per i calciatori al rientro dall’estero. Su questo versante, la notizia di oggi è che il Chelsea ha ordinato ai giocatori di rientrare in Inghilterra entro domenica 3 maggio.

5) Vietato sputare, compresi gli “spruzzi” dopo aver bevuto l’acqua o gli integratori, in allenamento e partita.

6) Divieto ai calciatori di sottoporsi ai massaggi se non dietro precisa concessione da parte del club.

7) Obbligo di parcheggiare le auto nei centri tecnici a tre spazi di distanza l’una dall’altra.

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