Il Corriere della Sera intervista Giuseppe Ippolito (Spallanzani): «Nella Fase 2 sarò fondamentale la responsabilità individuale. L’eccesso di“entusiasmo” è pericoloso. Non si può ricominciare come se niente fosse»
Sul Corriere della Sera un’intervista al direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani, Giuseppe Ippolito. Infettivologo, fa parte del Comitato tecnico scientifico che coadiuva il Governo. Parla di una possibile nuova ondata in vista delle riaperture di lunedì. Dal punto di vista psicologico sarebbe peggiore della prima.
«lo sarebbe dal punto di vista dell’impatto sul morale delle persone che hanno già sperimentato due mesi di quarantena a casa».
Il pericolo della ripresa della mobilità, dice, è l’eccesso di entusiasmo che può portare.
«L’eccesso di“entusiasmo”, il pensiero che sia finito tutto e si possa ricominciare come se niente fosse. Purtroppo non è così, non lo sarà per molto tempo ancora».
A fare la differenza, nella fase 2, sarà la responsabilità individuale.
«È fondamentale. È certamente più facile contenere l’epidemia come hanno fatto in Cina, ma la nostra fino a prova contraria è una democrazia, e in democrazia puoi comprimere i diritti individuali sino a un certo limite che forse noi abbiamo già valicato e che prima o poi (meglio prima che poi) dobbiamo tornare a rispettare»
L’epidemia, dice, è ancora in crescita nel mondo, anche se in Europa il numero di contagi inizia a diminuire. I numeri dell’Italia sono confortanti
«soprattutto il tasso di occupazione delle terapie intensive e il turnover tra nuovi casi e guariti, ma non ancora tali da farci dire che siamo del tutto fuori dalla fase acuta».
Ma l’unico modo che abbiamo per vincere la guerra contro il virus sarà il vaccino.
«Io però non sono così ottimista sulla possibilità che ci si possa arrivare in tempi brevi. In attesa del vaccino occorre intensificare gli sforzi per avere opzioni terapeutiche valide».
Per ancora molto tempo conviveremo con il virus e le uniche armi che abbiamo sono il distanziamento sociale, l’uso delle mascherine e l’igiene delle mani. Ma è lecito aspettarsi una ripresa della curva.
«Purtroppo sì, anche tenendo conto di recentissime esperienze in altri Paesi. Al momento in Italia solo il 4-5% della popolazione, cioè circa 2,6 milioni di persone, ha “incontrato” il virus. Significa che circa 56 milioni di italiani sono ancora “territorio vergine” per il Sars-CoV-2».