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Spadafora: «Vedo il sentiero per la ripresa del campionato sempre più stretto»

Il ministro a La7: «Nei prossimi giorni potremmo avere una sorpresa, la maggioranza dei presidenti potrebbe chiederci di fermarci e ripartire la prossima stagione».

Spadafora: «Vedo il sentiero per la ripresa del campionato sempre più stretto»

In diretta televisiva a La7 ha parlato il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. Una posizione, la sua, che sembra lasciare ben poche speranze alla ripresa del campionato.

«Vedo il sentiero per la ripresa del campionato sempre più stretto. Penso che nei prossimi giorni potremmo avere una sorpresa e che potrebbe essere la maggioranza dei presidenti a chiederci di fermarci e ripartire la prossima stagione».

Il Ministro ha poi aggiunto:

«La Francia ha sospeso definitivamente il campionato, potrebbe diventare la linea europea»

E ancora:

«Fossi nei presidenti penserei a organizzarmi per riprendere in sicurezza il nuovo campionato che dovrà partire a fine agosto».

Ad oggi sono in corso contatti tra il comitato scientifico e la Figc che nei giorni scorsi aveva presentato un protocollo per la ripresa. Il comitato ha detto che il protocollo non era sufficiente, fra oggi e domani mattina ci saranno le audizioni e si capirà qualcosa in più.

Ho sempre detto che la ripresa degli allenamenti non volesse dire la ripartenza del campionato.

Non potevamo riaprire lo sport per tutti, ricordiamoci che lo sport non è solo il calcio e il calcio non è solo la Serie A. Avevamo un’indicazione precisa da parte del comitato tecnico scientifico: tutti gli sport dovevano ricominciare per gradi.

Il rischio zero non c’è. Io ho chiesto al comitato se il protocollo della Figc fosse applicabile o meno. Per esempio, siamo sicuri che la quantità di tamponi richiesta sia assecondabile? Il comitato ci ha detto che hanno problemi loro stessi per i tamponi, quindi è da valutare anche perché Serie B e Serie C magari non possono seguire il protocollo.

È vero che il calcio paga tasse per sostenere tutte le altre discipline, quindi sarei un folle a demonizzare il calcio. Ma bisogna fare passi in avanti: io non posso dire oggi se fra un mese e mezzo potrà riprendere il campionato. In Inghilterra non si sono ancora fermati, ma stanno pensando a piani B. Per esempio con le partite in chiaro, cosa che avevo proposto per l’Italia. Se si riparte, saremo disposti a pensare a questo aspetto? Io voglio aiutare le società, ma ripeto che tutto deve avvenire in sicurezza.

Il comitato ha suggerito che il nuovo decreto avesse scadenza a breve proprio per verificare le curve dei contagi. Mi sembra assurdo che ce ne rendiamo conto tutti tranne 3-4 presidenti di Serie A.

Partite eventualmente a porte chiuse?
“Quello è sicuro al 100%, dovesse riprendere sarà a porte chiuse. Ma una squadra di calcio non sono solo i giocatori in campo, sono decine, centinaia di persone. C’è differenza sostanziale fra allenamenti e partite: gli allenamenti saranno nei propri centri. Se dovessero ricominciare le competizioni, ci sarebbero anche gli spostamenti. Questo non è detto che non possa accadere, ma dobbiamo verificare le condizioni. E capire: cosa accade se troviamo un giocatore positivo? Intanto pensiamo ad un piano B, lo chiedo alla Lega. È un appello, inizino a pensarci perché le soluzioni potrebbero essere tante”.

Esista una data limite per il calcio?
“Al massimo entro questa settimana il comitato ci dirà se il protocollo è attuabile o meno. Entro 3 giorni al massimo potremo dire alla Serie A se potrà ripartire con gli allenamenti il 18 maggio. Pensare al 15 giugno e l’eventuale ripartenza, però, è impossibile”.

Allenamenti individuali nei centri sportivi?
“Aspettiamo le valutazioni del comitato tecnico scientifico sul protocollo, non ho alcun pregiudizio. Sarà presa una decisione per il bene di tutti. Però è un po’ difficile fare un allenamento singolo, non credo che si allenerebbero uno da un lato e uno dall’altro”.

Bonus ai collaboratori sportivi?
“Quelli che hanno fatto domanda avranno il contributo, abbiamo trovato le risorse. Poi gradualmente dovviamo consentire a tutti di riaprire, penso a centri danza, palestre e piccoli centri”.

«Oggi si sta pensando solo alla questione economica e a salvare solo alcune società. Il mio dovere è anche questo, ma devo pensare alla sicurezza: e se non ci sarà sicurezza il campionato dovrà fermarsi»

 

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