Intervista al Fatto: «A Dio sta più a cuore la salute dei suoi figli che la partecipazione ai riti. La fede esige intelligenza. Sia benedetto Internet! Santo subito!»
Il Fatto Quotidiano intervista Padre Alberto Maggi, teologo, biblista, frate dell’Ordine dei Servi di Maria. E’ dalla parte del Papa che invita al rispetto delle regole ed all’osservanza del divieto di celebrare messa. Dalla parte del Governo.
Ai vescovi ha consigliato di fare una passeggiata nelle corsie degli ospedali, per vedere da vicino le persone intubate e rendersi conto di cosa significa l’emergenza in corso.
«Tra il parere dei vescovi e quello dei politici, senza esitare scelgo quello dei primari di rianimazione. La situazione è ancora grave e occorre mantenere le severe regole che impediscono la propagazione della pandemia. Dio si manifesta nella vita non solo nel culto, a Lui sta più a cuore la salute dei suoi figli che la partecipazione ai riti».
Le celebrazioni sono espressione di vita, dice. Se rappresentano un rischio per la vita è giusto evitarle.
«Le celebrazioni liturgiche sono espressione di vita e vogliono manifestarla. Non si può rischiare di trasmettere anche un virus mortifero. La fede non esime dall’intelligenza ma la esige, non si può confondere la fede con il fanatismo. Sono già morti troppi preti e troppi fedeli».
Padre Maggi ha un grande seguito su internet, che giudica benedetto.
«Sia benedetto Internet! Santo subito! Le distanze vengono annullate e si può essere vicini a tante persone. Il nostro sito è seguito da ben 145 nazioni. Ovunque arriva la buona notizia di Gesù, fiorisce la vita. La tecnologia non sostituisce il rapporto umano: può potenziarlo».
Gli viene chiesto come possa Dio permettere tutto questo. Lui risponde:
«Gesù ci ha liberati da questa immagine di Dio. Lui ci fa conoscere un Padre che è solo amore; sta a noi accoglierlo. Non siamo noi a dover chiedere a Dio perché tutto questo, ma è Lui che lo chiede a noi. Ci ha chiamato a essere custodi del creato e non i devastatori, far fiorire forme di vita e non farle appassire».