Il ministro su Facebook: «La stragrande maggioranza è contraria. Per fortuna, non guardo i sondaggi. Ricordate cos’è successo quando il calcio non si è fermato?»
«Sono davvero ridicole le affermazioni di un complotto contro la Serie A ed è ridicolo chi dice questa cosa. Invito ad astenersi da questo tentativo un po’ diffuso in questo paese, anche grazie a certa stampa, di provare con queste affermazioni, a fare pressione sulla politica e sul governo che spesso tanti mondi, non solo quello del calcio fa, per cercare di orientare le scelte del governo nei confronti dei propri interessi. Con me avete sbagliato completamente strategia». Lo ha detto il ministro dello sport Vincenzo Spadafora in un video sulla sua pagina personale di facebook.
«Io mi muoverò sempre nell’ottica del rispetto delle regole, nella consapevolezza che tutto il mondo dello sport, e quindi anche il calcio, vanno salvati, ma si riparte tutti insieme valutando l’evoluzione in sicurezza. Del resto si sono fermate e rinviate le Olimpiadi, gli Europei, gli Internazionali di tennis, è tutto un mondo che soffre».
Il 18 maggio partiranno gli allenamenti degli sport di squadra. È il mio auspicio. Possiamo fare un ragionamento sul calcio senza pregiudizi? Leggendo i sondaggi degli italiani nell’emergenza Coronavirus, la stragrande maggioranza vorrebbe che il campionato si fermasse. Ma io non sono mai stato uno che si fa condizionare dai sondaggi.
Ricordate quando la Lega Serie A non si è fermata? Quante e quali squadre si sono dovute mettere in quarantena? La Figc ha presentato un protocollo per fare gli allenamenti in sicuerezza, è stato preso in considerazione ma sono necessari approfondimenti. Il CTS (comitato tecnico-scientifico, n.d.r.) incontrerà dunque rappresentanti di Figc, Coni e l’Associazione Medici Sportivi e, se si perfezionerà questo protocollo, gli allenamenti degli sport di squadra riprenderanno il 18 maggio.
Il che non vuol dire però che riprenda anche il campionato. E dovrebbe farlo a metà giugno, ma nessuno sa quale sarà l’evoluzione di questa emergenza. È impossibile dirlo oggi, e non lo dico per fare terrorismo psicologico. Intanto se riprendono gli allenamenti in sicurezza ci predisponiamo all’eventuale ripresa dei campionati. Anche perché resta poi il tema dell’attuazione di questo protocollo che ha dei costi elevati. Come fanno la Lega B, C, Dilettanti ad applicarlo? Ne parleremo.
Sarebbe molto più facile dire “chiudiamo il campionato” e sarebbe quello che la stragrande maggioranza della comunità scientifica auspicherebbe. Ma sono consapevole che il calcio è uno degli elementi importanti di questo paese, sociale ed economico. È un dato di fatto. E su questo va difeso il principio per cui grazie anche a tutto il business che produce il calcio finanzia gran parte del resto dello sport. Sono consapevole che portare avanti il calcio sia importante per il nostro paese ma lo dobbiamo fare in sicurezza.