A Repubblica: «La scuola rappresenta un rischio significativo rispetto alla circolazione del virus. Potremmo avere una nuova ondata anche tra un mese, se prendiamo sotto gamba le misure»
Su Repubblica un’intervista al presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. Commenta la Fase 2 illustrata ieri dal Premier Conte. La definisce una ripartenza delicata, graduale, per non incorrere di nuovo in un picco epidemico. E parla della criticità del settore scuola. Delle motivazioni che inducono a rimandarne l’apertura.
«La scuola secondo i nostri modelli adesso rappresenta un rischio significativo rispetto alla circolazione del virus. In una fase delicata come quella che stiamo intraprendendo va fatto un passo alla volta».
I bambini sono colpiti meno degli adulti dal virus, spiega, ma contribuiscono alla sua circolazione. E’ una cosa di cui tenere conto.
«Sono colpiti meno ma comunque i casi ci sono e contribuiscono alla circolazione del virus. Quando parliamo di scuole però non ci riferiamo solo alla presenza fisica di più persone tra le quali adulti come docenti e personale in un luogo confinato, fatto già di per sé pericoloso. Dobbiamo anche considerare quello che gira intorno, gli spostamenti da e per gli istituti di genitori, magari di nonni, e altri. È un po’ il ragionamento che abbiamo fatto sul settore produttivo: non si valuta solo il rischio per la singola attività ma anche quello legato agli spostamenti dei lavoratori, cioè l’impatto in senso ampio».
Brusaferro esclude che possano essere aperti i centri estivi.
«Ad oggi non ci sono le condizioni per pensare di riaprirli quest’estate. Poi vediamo come evolvono i dati».
E anche sulla possibilità, annunciata da Conte, che le scuole riaprano a settembre si mostra molto cauto.
«Anche per questo dobbiamo vedere come evolve la circolazione del virus. Stiamo seguendo un modello simile a un puzzle, con tante tessere. Via via che ne inseriamo di nuove va trovato l’equilibrio rispetto al rischio di altri casi, prima di aggiungerne altre. Adesso è presto per dire quale sarà la situazione a settembre».
E conclude avvertendo che una seconda ondata del virus è ancora possibile.
«In termini teorici potremmo averla anche tra un mese, se prendiamo sotto gamba le misure. Da autunno inizierà una nuova stagione influenzale e circoleranno altri virus con sintomatologia simile. Il brutto tempo farà stare le persone in luoghi confinati, aumentando i rischi. Andrà intanto fatta una campagna di vaccinazione molto efficace contro influenza ed altre patologie, per evitare che questa malattia si confonda con quella da coronavirus»