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“La sera di Liverpool-Atletico Madrid il governo non ci ha protetti, lasciandoci liberi di infettarci”

Lettera di un tifoso all’Independent sulla partita di Champions oggetto di un’inchiesta del governo: «Ci dicevano che era tutto normale. Niente è stato normale»

“La sera di Liverpool-Atletico Madrid il governo non ci ha protetti, lasciandoci liberi di infettarci”

L’11 marzo tremila tifosi dell’Atletico lasciarono Madrid ormai in lockdown e viaggiarono attraverso l’Europa per passare a Liverpool gli ultimi tre giorni di “libertà” che la miopia dei governi ancora concedeva loro. In 52.000 si accalcarono ad Anfield per una partita di Champions League tenuta a porte spalancate dall’ignavia dell’Uefa. Quella partita, quella folla ammassata sugli spalti, e poi in strada, quell’ultima boccata di normalità sono – anzi, saranno – oggetto di inchiesta da parte del governo inglese. Nell’ipotesi – ritenuta “interessante” dalla vice consigliera scientifica del governo Angela McLean – che abbia accelerato il contagio della Covid-19 in Inghilterra.

Ma nel frattempo chi c’era, si domanda perché fosse lì. Di chi fosse il compito di proteggere i cittadini, lasciati liberi, con poche e contastanti informazioni, di buttarsi in una calca virale persino in fondo consapevoli di farlo. È quello che chiede Neil Atkinson in una lettera all’Independent, un tifoso che quella sera era ad Anfield respirando un’atmosfera dell’assurdo.

“Quasi tutto ciò che ruota attorno ad una partita di calcio rende pericoloso farlo in una pandemia. È sbalorditivo che la partita con l’Atlético sia stata fatta giocare, con i tifosi del Madrid allo stadio, e in città anche due o tre giorni prima della partita, consapevoli che la loro città era chiusa, e che quelle sarebbero state le loro ultime serate fuori per un bel po’. Io avrei fatto lo stesso. Ma non è stato giusto”.

Atkinson punta il dito sul governo, sui governi. Per aver lasciato sola la gente. Libera di infettarsi.

“C’è stata un’assoluta mancanza di consapevolezza, di interesse e di cura da parte dei decisori del governo su ciò che comporta assistere ad una partita di calcio, specialmente quelle europee. Quelli di noi che vanno allo stadio, sanno che tende ad essere un’impresa. Non spunti magicamente al tuo posto per poi scomparire magicamente alla fine del match. Ministri e dignitari possono essere portati dentro e fuori dallo stadio. Le persone qualunque no. Sali a bordo di mezzi pubblici e aerei, mangi, bevi e condividi spazi, ti riunisci nei pub. E dopo esci. E dopo siamo usciti. E siamo usciti perché sapevamo che sarebbe stata l’ultima volta”.

“Vale la pena ricordare – continua la lettera – che il governo stava spingendo per il completamento della giornata di Premier del fine settimana successivo, c’è voluta la positività di Arteta per fermare tutto. La salute di un protagonista più della salute delle persone, è stata il catalizzatore della sospensione della giornata. Sono mancate una leadership politica, la chiarezza”.

Atkinson racconta l’assurdità di una situazione nella quale mentre era allo stadio assieme a dei colleghi, si parlava del fatto che il giorno dopo avrebbero dovuto chiudere l’ufficio. “Quella sera io volevo la partita e volevo uscire dopo, ma sapevo quale sarebbe stato la cosa giusta da fare. Puoi pensare due cose contraddittorie contemporaneamente. Le persone che erano ad Anfield non sono cattive o irresponsabili. Alcune potrebbero aver capito che le cose non andavano bene persino durante la partita, quando Jurgen Klopp si arrabbiava con i tifosi che gli tendevano la mano all’entrata del campo”.

Sono i governi che devono tracciare linee, che devono proibire. E vale la pena ribadire che questo governo, con tutto ciò che sapeva, voleva che la giornata si calcio proseguisse, anche dopo il match con l’Atletico. Quel mercoledì sera miei amici che avevano sintomi lievi, erano alla partita. Il consiglio del 111 (il nostro 118, ndr) fu di fare come se niente fosse. E come se ne niente fosse potevamo andare ad una normale partita di calcio. Non era normale. Era sbagliato. Quel consiglio era sbagliato. I tifosi di Madrid che arrivarono a Liverpool, erano sbagliati. La partita era sbagliata.

Atkinson vuole risposte dal governo “non tra sei mesi, ma ora”. “Non in qualunque patetica forma prenderà l’inchiesta, ma ora. Il Primo Ministro dovrebbe essere al corrente di ciò che è stato deciso, perché e quando. Non c’è nemico qui, nessuna informazione deve essere tenuta segreta. Il virus non pensa. Non pianifica. Non modificare il suo comportamento se capisce il disegno di chi dovrebbe tenerci al sicuro. Ci deve essere chiarezza. Chiarezza su ciò che è accaduto, chiarezza su dove siamo ora, chiarezza su ciò che verrà”.

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