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Il dg del Sochaux contro la ripresa: «Vogliamo giocare a calcio, non alla roulette russa»

A L’Equipe: «Questa fretta rischia di essere controproducente. Gli eventuali infortuni ai giocatori rischiano di creare più danni dei mancati introiti dei diritti tv»

Il dg del Sochaux contro la ripresa: «Vogliamo giocare a calcio, non alla roulette russa»

Abbiamo già scritto qui del divario – della distanza siderale – che c’è tra il dibattito sulla ripresa del calcio in Francia e quel che siamo costretti a sorbirci in Italia. Per i diretti interessati e non solo. In questo caso parliamo di un diretto interessato. L’Equipe ha intervistato Samuel Laurent direttore generale del Sochaux.

Definisce «del tutto irrealistica» l’idea di riprendere i campionati francesi il 17 giugno con partite ogni tre giorni. Parliamo di giugno, non degli allenamenti il 4 maggio.

«È uno scenario del tutto irrealistico -. Desidero che si giochi a calcio, non alla roulette russa. E da quel che osservo, oggettivamente, se riprendessimo a metà giugno, la Ligue2 sarebbe più simile alla roulette russa che al calcio. In una stagione normale, un giocatore professionista L2 usufruisce di cinque settimane di vacanza, seguite da sei settimane di preparazione per la stagione per poi disputare in media una partita alla settimana. In questo caso, invece, si giocherebbe ogni tre giorni dopo appena tre settimane di preparazione e una pausa di nove settimane. Pausa che non è equiparabile a una vacanza per i calciatori. Per darvi un’idea, i nostri test psicologici con i giocatori indicano che sono a un livello di 3 su 5 depressione.

«È sufficiente leggere le raccomandazioni pubblicate dall’associazione medici dei club professionistici, dicono che con una partita ogni tre giorni il rischio di lesioni muscolare aumenta di sei volte entro la fine della seconda partita. E noi ne abbiamo dieci da giocare. La mia non è una ribellione contro la Lega. Rispetteremo qualsiasi decisione, ma possiamo ricordare il parere dei medici. La cose andrebbero troppo di fretta, in un contesto di grande incertezza. Ovviamente posso capire le poste in gioco economiche che spingono a concludere rapidamente la stagione ma in realtà una ripresa troppo precoce sarebbe controproducente in questo settore. E le spiego perché. Quasi tutti i club della Ligue2 compensano il loro deficit attraverso le vendite dei giocatori. Tuttavia, giocando ogni tre giorni dopo una breve preparazione, i club rischierebbero di perdere i giocatori che intendevano vendere, e in questo caso la perdita sarebbe superiore a quella per mancati introiti dei diritti tv».

«Se giochiamo ogni tre giorni, dobbiamo anche pensare ai trasferimenti. Di solito ci serviamo di aerei privati. Chi mi dice che questi aerei saranno disinfettati? Dovrò prendere un aereo disinfettato, stesso discorso per l’albergo. Per non parlare di tutti i test che dovremo eseguire, di tutte le maschere di cui avremo bisogno. Non so quale possa essere lo scenario ideale. Penso solo che una ripresa troppo rapida e troppo intensa sarebbe una soluzione pericolosa per i giocatori, logisticamente irrealizzabile e che, finanziariamente, potrebbe ritorcersi contro i club».

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