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«Chi lo spiega alla gente che i calciatori avranno corsie preferenziali per i tamponi?»

L’ex medico della Nazionale, Castellacci, a Libero: «Le linee guida vanno poi applicate. Può farlo il solo medico sociale? I club di B e C non possono permetterselo»

«Chi lo spiega alla gente che i calciatori avranno corsie preferenziali per i tamponi?»

Libero intervista Enrico Castellacci ex medico della Nazionale e presidente dell’associazione medici italiani del calcio. Oggi lavora in Cina, collabora con l’Evergrande di Cannavaro. Spiega che in Cina di riprende il calcio non se ne parla. Lui nutri dubbi sulla possibilità di ripartire in Italia. E si domanda se le linee guida potranno poi essere realizzate.

«È previsto un maxi ritiro per ogni squadra, serviranno centri sportivi con foresteria; fra giocatori e staff si arriva a 60/70 persone, serviranno altrettante camere; poi le docce differenziate, a meno di non farle in camera; obbligatori saranno gli ambienti sanificati prima e dopo l’allenamento, con personale verosimilmente esterno che dovrà occuparsene e anch’esso sottoposto ai controlli. E siamo solo all’inizio. Oltre ai test pre-ritiro, ci vorranno controlli a tappeto su tutti. Tamponi ogni 4 giorni, analisi supplementari a chi era risultato positivo e poi guarito per capire se il virus ha intaccato l’organismo e dare l’idoneità. E tutto ciò chi lo deve fare? Il medico di squadra?».

Aggiunge che i club di B e C non hanno le strutture né le risorse per questo.

E infine:

«Come diranno alla gente che saranno fatti tamponi continui ai club quando conosciamo i drammi di quanti hanno lavorato in prima linea, e continuano a farlo, senza avere la possibilità di fare i test?».

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