ilNapolista

Ricciardi: «Allo stato attuale non vedo le condizioni perché il calcio riprenda» 

Intervista al Mattino: «Il calcio prevede contatti fisici, emissioni di liquidi e sudore. Poi gli atleti vanno tutelati. Ottimismo eccessivo. Chi sta aprendo, se ne pentirà amaramente»

Ricciardi: «Allo stato attuale non vedo le condizioni perché il calcio riprenda» 

Il Mattino intervista Walter Ricciardi, membro dell’Oms e consulente del Governo.

«Non capisco tutto questo ottimismo. Dobbiamo riflettere con attenzione sulla cosiddetta fase 2. La normalità ci sarà soltanto quando avremo un vaccino. Ora non si deve abbassare la guardia».

Sui Paesi che stanno lentamente riaprendo le loro attività:

«Questi Paesi stanno assumendo delle decisioni azzardate delle quali si pentiranno amaramente nelle prossime settimane».

In Italia occorre prudenza, insiste.

«Vedremo dopo il 3 maggio e con molta prudenza. Poi, è chiaro, le decisioni le adotterà il governo, la comunità tecnico-scientifica darà delle indicazioni. Ma certamente non ci sarà il liberi tutti. Fino a quando non avremo una cura specifica sarà sempre necessario il distanziamento sociale. Dunque, niente assembramenti, dobbiamo difendere la nostra salute. Di solito le seconde ondate mostrano una aggressività maggiore perché in precedenza c’è stato un abbassamento dei livelli di guardia».

Sul calcio si schiera dalla parte di Giovanni Rezza, che ha escluso che si possa tornare a giocare.

«Allo stato attuale non ne vedo le condizioni. Il calcio è uno sport che prevede contatti fisici, emissioni di liquidi e sudore. Non mi sembra prudente. Poi, non dimentichiamo che gli atleti sono dei lavoratori, dunque bisogna mettere in atto adeguate misure di protezione anche della loro salute».

Potranno essere concesse solo pratiche sportive individuali.

Ricciardi si sofferma sulla curva dei dati in Italia.

«In Italia la curva scende lentamente perché qui non abbiamo potuto fare come a Wuhan: chiudere tutto. Lì c’è tutta la Cina intorno che produce, qui non è possibile. Ma i numeri sarebbero stati ben peggiori se non si fossero adottate tutte le contromisure che ci sono state».

Secondo lui il sistema sanitario ha funzionato.

«Pur in presenza di un caso straordinario, me lo lasci dire, il sistema sanitario in Lombardia e in tutta Italia ha dimostrato di reggere l’urto».

ilnapolista © riproduzione riservata