Su Repubblica. Nel Paese ci sono solo 1283 casi di Covid-19 e 2 morti. Frontiere chiuse fino a quando l’epidemia non sarà scomparsa dal mondo o non si troverà il vaccino
Repubblica scrive del caso Nuova Zelanda. Dove, il 23 marzo scorso, all’improvviso, la premier Jacinda Ardern ha annunciato alla nazione il “lockdown livello 4”. Chiuse scuole, negozi non essenziali, bar, ristoranti, confini (dal 19 marzo) e quasi tutte le attività all’aperto. Per un mese.
“Una delle strette più severe al mondo. Molti trasecolano. In quel momento, l’emergenza coronavirus suona risibile in Nuova Zelanda”.
L’obiettivo del Premier è stata subito la soppressione del virus. Anche quando i casi positivi erano ancora pochissimi. E i risultati sembrano fin qui averle dato ragione.
“Ad oggi in Nuova Zelanda ci sono solo 1.283 casi di Covid 19. I guariti, 56 nelle ultime 24 ore, sono 373 in totale e crescono più dei contagi totali (ieri 44). Morti? Due signore molto anziane e già malate”.
Ovvio che le conseguenze economiche ci saranno e anche pesanti, ma la Ardern spiega alla popolazione che sono necessarie. Lo fa in diretta Facebook, da casa.
Oggi gli stranieri non possono entrare in Nuova Zelanda. I neozelandesi che fanno ritorno a casa sono obbligati a due settimane di quarantena. Ma non a casa loro, ma in uno dei 18 hotel predisposti dal governo. E dal 22 gennaio sono partiti i test a tappeto.
Non solo, i cittadini segnalano immediatamente chi non rispetta le regole.
Repubblica riporta le parole di uno dei più importanti epidemiologi locali, Michael Baker.
«La Nuova Zelanda non riaprirà le frontiere fino a quando il virus avrà smesso di circolare nel mondo o ci sarà un vaccino. Ma almeno internamente, tra qualche settimana, potremo riprendere la nostra vita normale».