Sul CorSport: «qualcuno sta utilizzando l’emergenza per tentare di cancellare i propri errori. L’obiettivo è tagliare i costo o evitare qualche retrocessione»
“Non cambieremo mai, non cambieranno mai. Anche in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo da oltre un mese gli interessi particolari continuano a prevalere su quelli generali”.
Inizia così l’editoriale di Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport. Si riferisce alle discussioni degli ultimi giorni tra chi vuole tornare a giocare e chi invece pensa non si debba ancora, tra presidenti e istituzioni del calcio.
“Da una parte alcuni presidenti e dirigenti, sempre gli stessi, sempre i soliti, che fanno e dicono di tutto affinché la stagione si chiuda qui, dall’altra istituzioni nazionali e internazionali (Gravina, Infantino, Ceferin, Agnelli, Rumenigge) che si battono per la ripresa dell’attività e il ritorno a una semi-normalità, in condizioni di sicurezza, con un solo obiettivo. Che il virus, oltre alle migliaia di vittime che sta mietendo, non faccia milioni di morti che camminano”.
Ovvero tutti quelli che, dopo la pandemia, perso il lavoro o le proprie attività economiche, si ritroveranno senza un soldo.
Zazzaroni continua insinuando un dubbio.
“Ho la sensazione che qualcuno stia utilizzando l’emergenza per tentare di cancellare gli errori commessi prima che entrasse in scena il virus. In che modo? Tagliando i costi, non pagando alcune mensilità ai calciatori, oppure provando a evitare la retrocessione o fallimenti di altro genere, tipo una posizione finale in classifica non in linea con gli investimenti dell’azionista”.
Racconta di sapere per certo
“di amministratori che telefonano a esponenti del governo per spingerli a imporre la chiusura della Serie A e so anche di alti dirigenti sportivi che fanno di tutto per ingigantire le difficoltà”.
A proposito di altri sport che hanno chiuso: rugby, basket, pallavolo, dice:
Ma questi sport non sono come il calcio, che rappresenta la quarta industria nazionale per fatturato e garantisce oltre un miliardo di tasse ogni anno.