Dopo la vittoria della Champions e il triplete col Barcellona, il giornalista sportivo del Corriere della Sera Luca Valdiserri racconta in un bellissimo articolo come venne trattato Luis Enrique nel suo anno romano. Vale la pena leggerlo.
Lo scemo. Zichichi. Errichetto. E poi: il demental coach, er pupetto, lo stordito, la banda del buco…
Ora che Luis Enrique Martinez Garcia ha fatto il triplete con il Barça molti mi chiedono: che cosa non avete capito, a Roma, di quell’allenatore che chiamavate lo scemo, Zichichi, Errichetto? La mia risposta è semplice: il calcio italiano aveva capito tutto di Luis Enrique. È proprio per questo che l’ha fatto scappare lasciando sul tavolo, da gentiluomo, un anno intero di stipendio. Lucho era «troppo» per noi.
Il dogma
«Il mio è un calcio associativo». Si presentò così, con una parola bellissima. Nel ritiro precampionato, durante la prima amichevole con i boscaioli, schierò Cassetti centrale difensivo, facendolo giocare stabilmente sulla linea di centrocampo. Finita la gara, Cassetti si avvicinò ai pochi giornalisti presenti. Gli chiedemmo: come ti sei trovato? Rispose: bene, ma non giocheremo certo così quando le partite diventeranno «vere». Sbagliato.
Il sacrificio
Il calcio di Lucho si basa sul talento e sull’organizzazione, ma, prima di ogni altra cosa, sulla capacità di mettere il bene del gruppo al di sopra di quello personale. A Roma aveva scelto casa all’Olgiata, che dista dal centro sportivo di Trigoria da 40 minuti a due ore di automobile, a seconda del traffico sul Grande Raccordo Anulare. I figli andavano a una scuola internazionale vicino a casa. Preferiva spostarsi lui.
La fiducia
Si è sempre fidato dei suoi calciatori, dando loro la massima libertà. Si è sentito tradito quando, dopo la sconfitta in Coppa Italia contro la Juventus (un secco 3-0), ha lasciato lo stesso un giorno libero e molti romanisti lo hanno sfruttato per una festa stile Animal House in un locale dell’Eur. È lì, non per qualche partita persa di troppo, che ha dubitato di poter fare il bene della Roma.