A Repubblica. “Chi resta a casa, se non è medico come me che ho iniziato a fare la terapia con l’idrossiclorochina, è abbandonato da tutto e da tutti”
Repubblica oggi riporta le parole di un oncologo risultato positivo negli ultimi giorni al Cardarelli che denuncia come chi è malato a casa venga completamente abbandonato dall’Asl
«Venerdì, mi hanno informato della positività. Subito mi è stato fatto il tampone di verifica che ha confermato l’infezione». Nessun sintomo, tranne una lieve febbricola e dolori muscolari diffusi, risalenti a due settimane prima, lo specialista ha continuato a lavorare. «Quando accusai i sintomi, pur non avendo avuto contatti a rischio oltre quelli di pronto soccorso, chiesi di fare controlli, mi risposero, in base alle mie dichiarazioni, che era inutile. E infatti neanche io me l’aspettavo » . Adesso è relegato in una stanza, mentre moglie e figlia vivono in altri ambienti della casa. « Sto ancora aspettando una telefonata dell’Asl. Sa cosa mi avvilisce? Che chi resta a casa, se non è medico come me che ho iniziato a fare la terapia con l’idrossiclorochina, è abbandonato da tutto e da tutti. E l’Asl latita, mentre dovrebbe segnalare l’esigenza di fare il tampone anche ai miei familiari».
La denuncia era già arrivata dal presidente dell’Ordine dei Medici Gaetano Scotti nei giorni scorsi che ha ribadito
«Questa è omissione d’atti d’ufficio. L’ho detto a Repubblica quattro giorni fa, e nulla è cambiato. Come medico di famiglia non c’è nessuno che si interfacci come unità speciale (Usca) con me: se c’è un paziente sospetto Covid, non so chi allertare perché si rechi a casa sua. E non a fare solo il tampone di conferma delle guarigioni, ma per partire con la seconda fase e con il protocollo terapeutico che potrebbe evitare il ricovero: è la sorveglianza che dovrebbe fare il medico di sanità pubblica, anche comunicando la contumacia alla questura»
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