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Il Giappone che voleva fare le Olimpiadi a porte aperte ha dichiarato lo stato di emergenza

Il Paese che secondo qualcuno si era salvato grazie all’Avigan chiude fino al 6 maggio: solo a Tokyo i contagiati sono oltre mille

Il Giappone che voleva fare le Olimpiadi a porte aperte ha dichiarato lo stato di emergenza

Fino a un paio di settimane fa il Giappone era il Paese che insisteva per far svolgere le Olimpiadi quasi come se nulla fosse, a stadi aperti. Era il Paese che secondo qualcuno si era salvato dalla pandemia grazie alla commercializzazione dell’Avigan, un antivirale oggetto ora di una sperimentazione dell’Aifa. Adesso il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha dichiarato lo stato d’emergenza a Tokyo e nelle prefetture di Kanagawa, Saitama, Chiba, Osaka, Hyogo e Fukuoka.

E’ la misura che autorizza i governatori locali ad imporre il lockdown: nei piani del governo resteranno attivi solo i servizi essenziali e i trasporti pubblici.

Esattamente come la Svezia, anche il Giappone era rimasto uno dei pochissimi baluardi dell’atteggiamento soft per contrastare la pandemia di Covid-19. E secondo molti si trattava di una sorta di “insabbiamento”, in attesa di capire se sarebbero state cancellate o meno le Olimpiadi (poi rinviate di un anno).

In Giappone si contano ufficialmente 3.906 casi di contagio, di cui 1.000 solo a Tokyo, e 92 morti. Lo stato di emergenza resterà in vigore fino al 6 maggio.

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