Il Fatto intervista Andrea Gambotto, professore a Pittsburgh: “E’ un cerotto grande quanto l’impronta di un dito, con 400 aghi che in tre minuti si sciolgono nella pelle e rilasciano l’antigene per la risposta immunitaria”
Il Fatto intervista Andrea Gabotto, professore a Pittsburgh. Sta lavorando con il suo team per il vaccino anti Covid-19. Un vaccino cerotto, anche molto economico. Il suo studio è stato pubblicato su Lancet.
“Il PittCoVacc è una specie di cerotto, grande quanto l’impronta di un dito, con quattrocento microaghi che in tre minuti si sciolgono nella pelle senza alcun dolore o sanguinamento: rilasciano l’antigene che scatena la risposta immunitaria, la subunità S1 della proteina virale Spike”.
L’idea è di saltare la fase della sperimentazione sulle scimmie e passare a provarlo direttamente sulle persone. Poi,
“correndo, se tutto fila liscio, tra l’autunno e la fine dell’anno potrebbe essere pronto. Sei, sette mesi. E sarebbe un miracolo, ma un miracolo in questo momento possibile rispetto a quanto fatto fin qui e ai dati in nostro possesso”.
Gambotto spiega il funzionamento del vaccino.
“È basato, come si può leggere sulla pubblicazione scientifica, su una proteina facilmente trattabile e riproducibile su larga scala, in tempi brevi, dalle case farmaceutiche. Per milioni e milioni di persone. Per tutti i governi del mondo. A prezzo decisamente basso: non potrà costare più di 10 euro a vaccino. Dunque, l’accessibilità a questo tipo di medicinale sarà massima. Per capirci, è un vaccino molto semplice, in qualche modo simile a quello attuale dell’influenza: siamo certi che possa essere efficace”.
E’ il frutto di un lavoro di anni su un altro coronavirus, il Mers.
“Da quello studio nasce questa nuova elaborazione per contrastare Sars-Cov2. E le prime risposte dei test sui topi sono davvero più che incoraggianti”.