L’infettivologo del Cotugno al Corriere del Mezzogiorno: non si deve abbassare la guardia anche se i risultati sembrano incoraggianti
C’è un prospetto dell’Istituto Einaudi che ha calcolato che il traguardo del «contagio zero» potrebbe essere tagliato il prossimo 20 aprile, ma come riporta il Corriere del Mezzogiorno, non è sicuro che le cose vadano così. A dirlo Alessandro Perrella, infettivologo del Cotugno e componente dell’unità di crisi regionale
«Sarebbe bello se fosse così, ma se non scoppieranno altri focolai, come speriamo, possiamo dire che dopo la metà di aprile il trend inizierà a scendere. Ma già oggi a Napoli ho notato che si è triplicato il numero di automobili circolanti rispetto a qualche giorno fa. Non si è ancora capito che occorre rimanere a casa. E fa bene il presidente della Regione a ripeterlo fino alla esasperazione. Siamo di fronte ad una malattia che ha tante manifestazioni cliniche diverse: dalla diarrea profusa alla insufficienza respiratoria. Alla fine, l’unica certezza è che la schermatura dipende dalla condizione immunogenetica, dalla identità genetica di ciascuno».
Siamo in piena verifica degli effetti del rientro dal Nord secondo Perrella. Ma anche se la situazione sembra essere incoraggiante non bisogna abbassare la guardia di fronte a un nemico subdolo e pericoloso come il coronavirus. Anche le cure che si stanno sperimentando con buoni risultati non possono dare adito a facili entusiasmi.
«Dal punto di vista della validità scientifica un evento aneddotico non può accreditarsi senza una vera sperimentazione. C’è bisogno di verifiche e valutazioni nel tempo. Sarei il primo ad essere felice se avessimo trovato la risposta ai problemi del Covid-19. Al momento non so quale sia la scelta terapeutica migliore al di là della ventilazione assistita»