L’Eco di Bergamo ha condotto un’indagine sui comuni della provincia insieme ad un’agenzia di ricerca. Morti a centinaia nelle case, senza nemmeno il tampone, pur in presenza dei sintomi del virus
Sono drammatici i dati pubblicati da L’Eco di Bergamo sui decessi nella provincia nel mese di marzo. Son oltre 5400, di cui 4.500 riconducibili al coronavirus. Sei volte rispetto a un anno fa.
Quelli ufficiali, invece, avvenuti negli ospedali, sono solo 2.060. Degli altri non si sa nulla, scrive il quotidiano. Molti sono anziani morti in casa o nelle rsa. Nonostante presentassero i sintomi del virus, per ammissione di medici e infermieri, non sono nemmeno stati sottoposti a tampone per accertarlo. Sul certificato di morte si legge solo «polmonite interstiziale».
Numeri che vengono fuori da un’indagine avviata dal giornale stesso insieme a InTwig, agenzia di ricerca e analisi dati. Un censimento tra i 243 Comuni bergamaschi a cui hanno risposto 91 amministrazioni, per un totale di 607mila abitanti, oltre il 50% della popolazione totale.
Solo a Bergamo, a marzo, sono morte 553 persone di cui solo 201 «ufficiali» Covid.
I dati raccolti, scrive il quotidiano, saranno messi a disposizione di ricercatori e analisti per consentire uno studio approfondito sul caso Bergamo.
“Affinché non si ripeta”