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In Germania pensano ad un “certificato di immunità” per far tornare al lavoro i guariti

Nel frattempo aumentano anche i contagi e le vittime. E c’è un problema di distribuzione dei pazienti nelle terapie intensive

In Germania pensano ad un “certificato di immunità” per far tornare al lavoro i guariti

Il casi di Covid-19 in Germania sono saliti a 57.298, 4.751 in più rispetto a ieri. Le vittime sono 455, con 66 morti nelle ultime 24 ore. Lo rende noto il Robert Koch Institute (Rki). Ma mentre infuria il caso politico sui “coronabond” la Germania si prepara al futuro prossimo, con due progetti paralleli: test di massa e “certificati di immunità” da rilasciare ai guariti in modo da permettergli di tornare a lavorare.

I ricercatori del centro Helmholz sulla ricerca delle malattie infettive spiegano a a Der Spiegel che sono pronti test su un primo campione di 100mila persone, allo scopo di riuscire a quantificare infetti e guariti. L’idea è che chi è guarito abbia sviluppato degli anticorpi che lo renderebbero immune, e potrebbe essere messo in condizione di lavorare in sicurezza. E’ una sottotraccia della teoria dell’immunità di gregge, non ancora dimostrata per il coronovirus.

Intanto anche in Germani ci sono problemi di organizzazione sanitaria. I medici di terapia intensiva tedeschi chiedono la distribuzione centrale, a livello nazionale, dei pazienti nelle cliniche del Paese. Uwe Janssens, presidente dell’Associazione interdisciplinare tedesca per la terapia intensiva e medicina d’emergenza (DIVI). Affinché una tale distribuzione transnazionale funzioni, le cliniche con unità di terapia intensiva dovrebbero essere obbligate dallo stato a dichiarare le proprie capacità nel registro nazionale di terapia intensiva DIVI, ha affermato Janssens. Solo circa 700 delle circa 1160 cliniche hanno riportato i loro posti liberi e occupati in terapia intensiva, finora.

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