Su L’Eco di Bergamo la denuncia dei medici: “La malattia è molto più diffusa di quanto dicano i dati. La maggior parte di questi giovani è a casa ma alcuni sono finiti nelle rianimazioni. Ci sono stati casi già a gennaio”
A Bergamo il Covid-19 non colpisce più solo gli anziani, ma anche i più giovani. L’allarme è lanciato dalla sezione lombarda della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg). La differenza, spiegano all’Eco di Bergamo, è che il decorso dei giovani è prevalentemente positivo.
Secondo le stime dei medici, a Bergamo ci sarebbero 1800 trentenni alle prese con la polmonite Covid-19.
Il segretario della Fimmg Bergamo dichiara:
«L’osservatorio dei medici di base è che la malattia è molto più diffusa di quanto dicano i dati ufficiali. Non potremo mai averne conferma, perché i tamponi si fanno praticamente solo ai ricoverati. E la malattia attacca anche i giovani, appunto, seppur con dei sintomi attenuati rispetto alle “vere” polmoniti interstiziali bilaterali, che si vedono solo attraverso la Tac. E queste persone, questi giovani, restano degli “invisibili”, perché fintanto che il decorso resta compatibile con una gestione domiciliare non si esegue il tampone. Tanti giovani in età lavorativa hanno questi sintomi, ma difficilmente possono andare incontro a una insufficienza respiratoria acuta. Alcuni, però, sono finiti nelle rianimazioni…».
E il presidente dell’Ordine dei medici cittadino rimarca:
«Bisogna sempre partire dal rimarcare come i dati ufficiali siano “limitati” per quanto riguarda Bergamo. I “contagiati” sono sostanzialmente i ricoverati, i “morti” sono sostanzialmente i decessi avvenuti in ospedale. Dunque è verosimile affermare che anche molti giovani siano stati colpiti dal coronavirus. Ci sono anche under-30, e verosimilmente si sono avuti casi già a gennaio, ma sono stati classificati come “semplici” polmoniti, perché ancora non si pensava al coronavirus. Oggi, i giovani che soffrono di polmonite da coronavirus sono prevalentemente pazienti a domicilio, certo da controllare e curare. Anche per loro sarebbe utile avere un saturimetro, per un monitoraggio migliore».