L’impennata di contagi preoccupa, ma il Presidente twitta: “La cura non può essere peggiore del male, il nostro popolo vuol tornare a lavorare”
Gli Stati Uniti potrebbero diventare il nuovo focolaio mondiale della pandemia di Covid-19. Lo dice l’Oms, senza mezzi termini. Lo dicono, soprattutto, le evidenze epidemiologiche: la crescita esponenziale di nuovi contagi è veloce e inarrestabile. “Questo trend rende gli States il potenziale nuovo centro pandemico”, dice la portavoce dell’Oms Margaret Harris.
Ma il Presidente Trump, in totale contropiede, annuncia la volontà di “riaprire” il Paese, che in questo momento vede 150 milioni di americani in quarantena. Una sorta di salto carpiato all’indietro, sulle orme – già sconfessate – del primo Boris Johnson: non si può fermare tutto, “la cura non può essere peggiore del male”.
Al centro di tutto c’è ovviamente l’economia, e la recessione dietro l’angolo. Trump ha scartato su Twitter: “Il nostro popolo vuole tornare a lavoro. Continueranno a praticare il distanziamento sociale, e gli anziani saranno sorvegliati con amore e protezione. Possiamo fare entrambe le cose, insieme. La cura non può essere peggiore del male! Il Congresso deve agire ora. Torneremo forti!
Our people want to return to work. They will practice Social Distancing and all else, and Seniors will be watched over protectively & lovingly. We can do two things together. THE CURE CANNOT BE WORSE (by far) THAN THE PROBLEM! Congress MUST ACT NOW. We will come back strong!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) March 24, 2020
Stando ai dati della Johns Hopkins University, ad oggi gli infetti accertati negli Stati Uniti sono 46.450 e le vittime 593. Ma, esattamente come per l’Italia, è molto probabili che queste cifre siano lontane dalla realtà.