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Boris Johnson inizia a preoccuparsi. I contagi a Londra viaggiano più veloci che a Bergamo

Sul CorSera. Ora invita gli inglesi a restare a casa per evitare il collasso del sistema sanitario, ma in pochi lo ascoltano: ieri parchi e spiagge pieni. Nei supermercati scaffali vuoti

Boris Johnson inizia a preoccuparsi. I contagi a Londra viaggiano più veloci che a Bergamo

Finalmente anche Boris Johnson inizia a rendersi conto del fatto che la pandemia non è uno scherzo.

Sabato sera ha dichiarato:

«I numeri sono molto netti e stanno accelerando. Siamo solo qualche settimana, due o tre, indietro rispetto all’Italia. Gli italiani hanno un sistema sanitario eccezionale. E tuttavia i loro medici e infermieri sono stati completamente travolti: il loro conto dei morti ha raggiunto le migliaia e continua ad aumentare».

Ha cambiato idea a causa dei grafici che analizzano l’epidemia. I decessi, in Gran Bretagna, scrive il Corriere della Sera, viaggiano a velocità più rapida che in Italia.

Londra, in particolare, ha un numero di contagi superiore a quello di Milano o Bergamo. In Gran Bretagna si contano più di 5000 contagiati e, ieri, i morti erano 281.

Così, anche Johnson chiede agli inglesi di restare a casa. Ma i britannici non è che lo ascoltino poi tanto. Ieri, racconta il quotidiano, le spiagge e i parchi erano pieni. A Londra in tanti si sono concessi una passeggiata e c’era folla anche al mercato dei fiori di Columbia Road. Sono soprattutto i giovani ad essersi infischiati delle indicazioni del governo.

Del resto, in Gran Bretagna non ci sono misure drastiche contro gli spostamenti. Le scuole sono state chiuse solo venerdì, insieme a pub, ristoranti, cinema, teatri, palestre e musei. Ma alla gente è stato solo consigliato di lavorare da casa e rispettare le distanze interpersonali. Ma nessun divieto specifico.

Ieri, in più, molti scaffali dei supermercati sono apparsi vuoti. Ci sono dei problemi nel rifornimento. I britannici sono corsi ad accaparrarsi ogni genere alimentare, e adesso si fatica a trovare carta igienica, pasta e riso. E persino birra, dopo la chiusura dei pub.

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