È vergognoso che in tv (Rete4) possa essere affrontare con tanta superficialità un argomento così delicato. Questa discriminazione è inaccettabile
Mi chiamo Giovanni Varriale e nella vita mi occupo di diritto ed in particolare di diritto penale.
Scrivo per segnalarle l’ennesimo episodio di razzismo e di discriminazione territoriale a cui abbiamo dovuto assistere ieri sera da parte della giornalista Palombelli su rete 4.
Ebbene, argomento principale della trasmissione era, ovviamente il COVID-19 e la dottoressa Palombelli domandava ai suoi interlocutori come mai il virus si fosse diffuso al nord e non al sud, proponendo anche una soluzione: sarà perché forse al nord si è più ligi al lavoro quindi ci sono più contatti?
Onestamente nel 2020 questa situazione è insostenibile ed inaccettabile per svariati motivi.
In primis ritengo sia vergognoso che in una rete televisiva nazionale si possano affrontare con tanta superficialità e tanto pressappochismo un argomento così delicato come il diffondersi del Covid-19.
La dottoressa Palombelli cerca di risolvere un problema di portata nazionale con un’affermazione discriminatoria e qualunquista puntando, ovviamente, il dito contro i meridionali che, purtroppo, sono da sempre il capro espiatorio di un paese ormai da anni allo sfascio.
In secondo luogo, da cittadino del sud e da lavoratore, sono basito e mi sento profondamente discriminato e diffamato pubblicamente da affermazioni così gravi che però, ahimé, sono all’ordine del giorno.
Ed ancora è facile stigmatizzare i cori di discriminazione territoriale che sempre siamo costretti ad ascoltare negli stadi se gli esempi sono quelli della dottoressa Palombelli.
Ed ancora credo che la condotta della dottoressa integri il reato di istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale (art. 604 bis c.p.) poiché l’ordinamento italiano prevede che chiunque propagandi idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale, dove per propaganda si intende quella attività a manifestare pubblicamente le personali convinzioni con fine di condizionare l’opinIone pubblica e modificare le idee ed i comportamenti dei destinatari.
È chiaro ed evidente che fin quando i responsabili della comunicazione sia delle emittenti private che pubbliche sia nazionali che locali continuino a propagandare idee discriminatorie nei confronti dei meridionali, il razzismo ed in Italia non sarà mai sconfitto e l’unione d’Italia non sarà mia effettiva.
Un lettore appassionato