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“L’efficiente sistema sanitario lombardo si regge solo grazie alla forza delle persone” 

Il presidente dell’Ordine degli infermieri al Corriere Bergamo: “La sicurezza è un diritto, non può essere un optional. Quando torniamo a casa, spesso dormiamo sul divano”

“L’efficiente sistema sanitario lombardo si regge solo grazie alla forza delle persone” 

Il Corriere Bergamo intervista Gianluca Solitro presidente dell’Ordine degli infermieri. Racconta la guerra al virus dalla parte del personale sanitario, impegnato in prima linea, senza protezioni adeguate.

Racconta che all’interno degli ospedali, in piena emergenza Covid-19, tutto è cambiato. Anche per gli infermieri, che da sempre sono quelli che, oltre a curare, portano conforto agli ammalati.

Ora l’infermiere è un astronauta, bardato, non ha un volto. Gli occhi sì, però, quelli il paziente li vede e l’infermiere vede i suoi. La comunicazione diventa inevitabilmente visiva. Il paziente capisce che cosa sta succedendo, ti affida le ultime parole da riferire ai parenti e tu diventi il custode di un messaggio in una bottiglia. Ti chiede: ‘Mi stringe la mano?’ E se anche non lo chiede con la voce, tu lo fai perché si capisce dal suo sguardo che lo desidera. Abbiamo i guanti, lo facciamo”.

E dopo tutto quello a cui assistono in ospedale, gli infermieri tornano a casa, e continuano a vivere in isolamento per paura di contagiare le famiglie. Spesso dormono sul divano, in casa tengono comunque la mascherina, ma nonostante tutto continuano a tornare in ospedale e a fare il proprio dovere. Nonostante i momenti di scoramento, che pure ci sono.

Solitro lamenta l’assenza di protezioni.

“La sicurezza è un diritto, non può essere un optional. Lo so che non ci sono i presidi, anche i miei fornitori dicono che i capannoni sono vuoti. Ma non è possibile che la produzione di protezioni sia tutta esportata. Il nostro efficiente sistema sanitario lombardo allo stato regge sulla forza delle persone”.

Le persone che sono il personale sanitario, piegato dai contagi. Sono 300 i contagiati, la maggior parte operatori sanitari.

“Alcuni sono a casa, altri ricoverati. L’età non c’entra: ce ne sono di 40 e di 27 anni. Ci si ferma quando c’è la febbre, forti dolori muscolari, tosse secca, ‘fame d’aria’, cioè respirare con la bocca aperta per prendere più ossigeno possibile sono i segnali di forte allarme. Il problema è che anche noi, senza sintomi o con sintomi leggeri, proseguiamo a lavorare e potremmo essere veicoli di contagio. Si sta attenti, ci si protegge con le poche protezioni a disposizione, per il bene degli altri oltre che per il proprio”.

Tutto questo per uno stipendio da 1400 euro al mese, per personale laureato e con dottorato.

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