La denuncia del direttore delle Emergenze Ciro Mauro: “Per loro nessun rancore, solo commiserazione”. Mentre un infettivologo 74enne, Franco Faella, rientra dalla pensione per dirigere il Loreto Mare
Sul Fatto Quotidiano il caso del Cardarelli, dove ben 249 operatori sanitari si sono messi in malattia. Non perché sono infetti da coronavirus, ma per quella che il quotidiano definisce una vera e propria diserzione.
E’
“il lato b della sanità pubblica, nei giorni in cui il racconto dagli ospedali diviene addirittura epico, medici e infermieri si trasformano in patrioti”.
La denuncia viene dal direttore del dipartimento emergenze dell’ospedale, Ciro Mauro. Sui social ha scritto:
“Penso a tutti gli operatori del Cardarelli che sono al loro posto e penso anche a tutti quelli che si nascondono dietro un certificato medico fasullo lasciando i colleghi da soli a lavorare. Non abbiamo rancore contro questi, solo commiserazione. Il Cardarelli andrà lo stesso avanti conseguendo come al solito i migliori risultati della sanità campana”.
Il Fatto li chiama “i furbetti della corsia”. Scrive:
“Napoli è al tempo stesso il luogo della sperimentazione più avanzata e il punto apparentemente più acuto di disaffezione, ma altre debolezze sono distribuite a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale e stanno producendo un gravissimo baco nell’assistenza sanitaria ordinaria”.
Ma c’è anche chi invece lascia la pensione per tornare in ospedale. Come Franco Faella, 74 anni, uno degli infettivologi più esperti in Italia. L’Asl gli ha chiesto di prendersi cura della realizzazione del secondo presidio Covid napoletano, quello dell’ospedale Loreto mare. Lui ha accettato. A 74 anni.
“Ecco le eccellenze dietro cui ripara, purtroppo, questo piccolo e triste mondo sanitario di mezzo”.