La notizia di oggi è che la Corte sportiva d’appello della Figc ha sospeso fino al 22 maggio la sanzione di due giornate di chiusura della curva Sud dello Juventus Stadium. La Juventus fu punita per il lancio di una bomba carta al derby di Torino, ordigno che provocò dieci feriti.
Nel ricorso, la Juventus ha scitto che gli autori materiali del lancio sono tuttora ignoti (in realtà quattro persone sono state identitifcate e sono appartenenti agli ultrà, ma un processo non si è svolto) – e che non si può stabilire a quale settore appartengano, come peraltro scrisse sul Napolista Fabio Avallone che definì la sentenza di Tosel un obbrobrio giuridico.
Quel che è mancata in queste settimane è stata la riprovazione sociale e mediatica che spesso, ahinoi, contribuisce a provvedimenti della giustizia sportiva e non solo. Saremo tacciati di vittimismo ma vale la pena ricordare la condanna a due anni e due mesi a Genny ’a carogna così come il provvedimento di vietare le trasferte a tutti i tifosi del Napolo che fu preso – dopo la presunta devastazione del treno per Roma – senza attendere né l’identificazione né il verdetto della giustizia che finì con un non luogo a procedere.
La bomba carta dei tifosi degli juventini è passata allegramente in cavalleria. Porte aperte per la vittoria scudetto. E una netta sensazione che se la bomba fosse stata lanciata da un’altra tifoseria non sarebbe finita così.