Senti Nerone,
io ti devo scrivere ma non riesco a cominciare questa lettera con “Caro”. Uno che fa quello che hai fatto tu non è caro, è un bastardo. Io non so cosa ti venne, se fu tutta farina del tuo sacco oppure ascoltasti i consigli di chi ti stava intorno. Bruciasti tutto e tutti, mamme e figli, antenati giallorossi e biancocelesti, parenti alla lontana di Gastone e di Antonello Venditti, dei Viola, dei Sensi e pure del mio Presidente, con la cadenza che ogni tanto lo sgama.
Facesti un po’ come ha fatto più volte inconsapevolmente il mio Vesuvio e come molti vorrebbero che facesse di nuovo, vigliacco di un Nerone che non sei altro.
Immagino cosa penserebbe di te la tua gente se ora ti mettessi a fare pubblicità per una ditta che produce e vende camini, la Nerone Srl. Sarebbe il colmo: cercare visibilità attraverso un delitto.
Insomma, avrai capito cosa voglio dire. Tu facesti di tutta un’erba un fascio. Sabato scorso il fascio si è bruciato da solo. Per auto-combustione.
E chi non ha fischiato quella vergogna, a questo punto, comprerebbe anche i tuoi camini, presumo.
Vedi tu: quello sarebbe un vero lucro.
Ti saluto con disprezzo.
Ora scendo. Oggi vado in Curva B. Forza Napoli. Ciao.
Antonio Santacroce