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De Laurentiis, il remake sarrita rischia di portare il Napoli in Serie B

Sconfitta anche con la Fiorentina. La gestione Gattuso è stata fin qui disastrosa. L’esonero di Ancelotti ha portato il Napoli in un vicolo cieco. De Laurentiis guardi in faccia la realtà, prima che sia tardi

De Laurentiis, il remake sarrita rischia di portare il Napoli in Serie B

Il Napoli ha perso anche con la Fiorentina. In casa. Per 2-0. Una partita che definire imbarazzante o penosa sarebbe un complimento. La decisione populistica di esonerare Ancelotti – presa da De Laurentiis su suggerimento di Giuntoli, per quel che riguarda l’area tecnica – ha fruttato quattro sconfitte in cinque partite. L’unica vittoria in casa del Sassuolo all’ultimo minuto su autorete. Ovviamente non stiamo qui a prendercela con Gattuso, ci mancherebbe. Al di là di considerazioni sulla squadra pensante o meno. In qualche modo Gattuso deve pur difendersi, lo comprendiamo.

Circa quaranta giorni fa, il Napoli, De Laurentiis – perché è lui il presidente – ha optato per una scorciatoia che si è invece rivelata un vicolo cieco. Bisognava analizzare seriamente quel che era successo, sin dalla campagna acquisti o meglio dalla non campagna cessioni. Che ha finito per creare il clima di cui poi tutti si sono resi conto la sera dell’ammutinamento.

Il Napoli ha invece esonerato Ancelotti assecondando il popolo bue. E i risultati sono questi. Il Napoli ha perduto contro la Fiorentina che è stata presa in corsa da Iachini. Che però ha vinto tre partite (una in Coppa Italia contro l’Atalanta) e ne ha pareggiata una. Nessuno ha proferito sesquipedali sciocchezze sulle macerie lasciate da Montella.

Ma il punto è un altro. Questa sera il Napoli è parsa una squadra allo sbando. Mentre nelle precedenti prestazioni, i più ottimisti potevano aggrapparsi a qualcosa: a uno scatto, a una sovrapposizione, a un triangolo, alla sfortuna. Stasera niente. Si è rivisto il Napoli dei primi anni Ottanta, quando la partita era preceduta dal passaggio dell’uomo con l’incenso e al momento opportuno Celestini crollava in area e Ferrario trasformava i suoi rigori ad alto rischio cardiaco.

La cura Gattuso non ha prodotto risultati. Il malato non solo non ha reagito, ma si è aggravato. È entrato in uno stato di catalessi. E a questo punto può accadere di tutto. Abbiamo già raccontato la storia della Fiorentina di Cecchi Gori che esonerò Radice, prese Agroppi, e finì in Serie B con Batistuta. È il momento che la società prenda atto dello sfacelo che c’è nel Napoli.

Giocatori infortunati che non si sa quando rientreranno. Allan questa sera, dopo la sostituzione, è rientrato direttamente negli spogliatoio. Callejon è il fantasma del calciatore ammirato per anni. Gattuso si è reso protagonista di una restaurazione. Si è messo nella mani del gruppo storico, certamente di Insigne. De Laurentiis ha lanciato la locandina del Napoli di Gattuso: un remake del Napoli di Sarri. Senza sapere che il passato non ritorna. Che quel ciclo si è chiuso due anni. E il primo a capirlo era stato il più intelligente di tutti: Maurizio Sarri.

Napoli, città che vive perennemente rivolta al passato, morirà calcisticamente di nostalgia di Sarri. Sull’altare della nostalgia ha sacrificato uno dei migliori allenatori al mondo che è stato trattato alla stregua di un incompetente. E invece era l’unico che aveva capito che il Napoli era da rifondare, doveva cambiare pelle. De Laurentiis non l’ha assecondato e questi sono i risultati.

Non ce la prenderemo mai con Gattuso. Sarebbe francamente assurdo. Lo comprendiamo quando prova ad aggrapparsi a tutto, squadra pensante eccetera.

La creatura è di De Laurentiis. Tocca a lui prendere di petto la situazione. Perché a questo punto tutto può accadere. Anche ripetere l’exploit della Fiorentina di Cecchi Gori.

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