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In taxi a Dubai con un tassista che non conosce Napoli… solo Maradona

In taxi a Dubai con un tassista che non conosce Napoli… solo Maradona

Ancora esule negli Emirati Arabi, nella mattinata di domenica ho scoperto che la tv araba avrebbe trasmesso in serata un interessantissimo Cagliari – Roma anziché il Napoli.

Paolo, un ragazzo che ho conosciuto un paio di mesi fa a un aperitivo Napolista, mi ha contattato e, trovandosi a Dubai per lavoro, mi ha invitato presso l’hotel dove tuttora alloggia. Con i suoi potenti mezzi tecnologici sarebbe riuscito a farmi vedere la partita contro l’Udinese. 

Per la sua gentilezza e soprattutto per il Napoli, ho dovuto percorrere quasi 25 km in taxi pari a un’ora circa di traffico.

Assorto a pensare alla mia piccola Smart, dopo una ventina di minuti di strada in religioso silenzio ad osservare Ferrari, Jaguar, Suv e limousine di ogni dimensione e forma fuori da quel finestrino, il tassista, somigliante a un Salvini più vecchio e con carnagione più olivastra, ha iniziato a conversare e mi ha chiesto, in un inglese molto simile al sanscrito: sei tedesco?

Quasi ridendo (tedesco a me?!) gli ho risposto che sono napoletano. E che Napoli è in Italia.

Egli ha sorvolato su Napoli e, cercando di rendersi simpatico (con quella faccia avevo già un forte pregiudizio che non ci sarebbe riuscito), ha attaccato il nauseabondo disco “I love Italy” in un mix di parole nostrane e del sanscrito sopracitato: bela Itaia, bela Itaia, bele done, bele city, belo good food, belo fine wine…

Dopo una serie di espressioni, credo mielose, a me incomprensibili, siamo passati vicino al Burj Khalifa (il grattacielo più alto del mondo) e lì, senza che gli chiedessi nulla, ha perso il controllo totale della lingua per tessere le lodi di Dubai, enumerandone i record, le ricchezze, le caratteristiche e i fasti.

Per chiudere, dopo 10 minuti buoni, questo inutile “celhopiùgrandismo”, spiegandomi che era lì da molto tempo, ma che in realtà fosse del Bangladesh (?!).

Vedendomi contrariato, ha ripreso con la cantilena “bela Itaia” e mi ha chiesto da quale città italiana provenissi.

Gli ho ribadito che sono di Napoli.

Con un espressione molto simile a quella di Chiellini con l’arbitro dopo aver falciato un avversario o dopo aver preso la palla con una mano, mi ha guardato inebetito e stralunato. Come di chi dovrebbe sapere e non sa. Ci mancava solo che alzasse le mani. E ho compreso che non avesse la minima idea della nostra città. 

Non accettando simile ignoranza, ho attaccato il nauseabondo disco “I love Napoli”: pizza? pasta? babà? Sfogliatelle? Mozzarella? Limoncello? tarantella? tacco e punta?

Niente. È come se avessi chiesto di spiegare cosa è il fuorigioco a uno juventino. 

Imperterrito, ho proseguito: Vesuvio? Capri? Cristo Velato? che mi hai portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi bene più? Sofia Loren? Totò? Caruso? Gigi d’Alessio? Gigi Finizio? Gigione e Donatello? Gli ho finanche appioppato la Camorra e le “bellezze” della Domiziana.

Niente. Il tassista della carnagione olivastra mi è sembrato sempre più confuso. La pizza la conosceva, ma non chi l’ha inventata. Per non parlare del limoncello o delle mozzarelle “Made in Taiwan”.

Al che, gli ho detto che stavo appunto andando a vedere una partita in tv da un amico e che sono molto appassionato di calcio e in particolare del Napoli.

Si è illuminato: amico? Calcio? Napoli?

Per poi urlare: oh yes, Maradona!

Ora che sto scrivendo, trascorso quasi un giorno, ancora mi chiedo perché non gli abbia fatto subito il nome di Maradona. Sta di fatto che da lì, esaltato come Caressa a un gol di Pirlo, ha fatto partire una nenia, sempre incomprensibile, dal titolo “I love Diego”: belo football, belo Maradona, belo strong Maradona, belo incredible Maradona, bela mano de Dios, belo Maradona, bela Napli.

Poi mi ha ovviamente ricordato che Diego vive a Dubai, che conosce anche Cannavaro, anche se da poco si è spostato in Cina e che il calcio gli piace, ma non quello italiano che segue pochissimo.

Sta di fatto che al simpatico Salvini del Bengala, dopo circa un’ora di traffico, è tornata la memoria: conosce Maradona e si è ricordato di Napoli. 

Poi mi si chiede ancora perché la 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani 

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