E’ morto a Cervigana (Udine) Stelio Nardin, terzino azzurro nella seconda metà degli anni Sessanta. Aveva 75 anni. Goriziano di Romans d’Isonzo, classe 1939, era rosso di capelli e fiammeggiante era il suo modo di interpretare il ruolo di terzino destro, votato tutta alla difesa dura e tenace. Lo stesso nome, Stelio, in latino, significava forte come un pilastro. Si attaccava all’ala sinistra avversaria sulla quale riversava tutto il suo temperamento di combattete irriducibile. Con Nardin non si passava. Con le buone e le cattive, il terzino sbarrava la strada all’antagonista diretto. Con Panzanato, Girardo e poi Bianchi fu uno dei duri della difesa azzurra (dal 1965 al 1971). Friulano come Zoff, fu grande amico del portierone.
Infortunatosi Burgnich, Helenio Herrera lo convocò in nazionale per la partita contro il Portogallo di Eusebio a Roma. Forse perché si trovò spesso di fronte a due avversari, l’ala sinistra Simoes e la mezz’ala Coluña, Nardin non si perse d’animo e randellò i due portoghesi che non finirono la partita. Fu la sua unica presenza in nazionale. Giocò una gara anche nella rappresentativa B dell’Italia, in Lussemburgo.
Al Napoli arrivò nel 1965 dal Catanzaro, a 26 anni, cominciando da terzino sinistro per poi stabilirsi a destra. Difensore puro, non s’affacciò mai nell’area avversaria. 135 partite in cinque campionati senza segnare un gol. Con Pogliana fece un eccellente tandem: Stelio fisso in difesa, Gigi con propensioni offensive.
Avversario irriducibile di ali sinistre potenti e aggressive. Non fece fare mai gol a Barison, Menichelli, Corso, Sormani, Peirò, e, giocando a sinistra, impose l’alt a Mora, Hamrin e Jair. La sua “bestia nera” era Pascutti: gli scappò segnando due gol. A Chiarugi e Prati concesse un gol ciascuno.
Sudando le proverbiali sette camicie e asfissiandolo con una marcatura costante e ossessiva, contenne spesso Riva che, sulla strada di Nardin, trovò una sola volta il gol.
Finì la carriera nella Casertana in serie C smettendo di giocare a 33 anni.
MIMMO CARRATELLI