Se dici Svizzera dici “verrou”, il vecchio “catenaccio” inventato a Ginevra dall’austriaco Karl Rappan negli anni Trenta che retrocesse in difesa un mediano per fare da battitore libero.La Svizzera non ha dimenticato la lezione e con un “catenaccio” diverso, due linee compatte di difesa, serrate marcature a uomo, raddoppi e una “gabbia” di tre difensori su Messi, ha crocefisso l’Argentina sino al secondo tempo supplementare quando un contrasto vinto da Palacio (74’ per Lavezzi) consegnava la palla a Messi, la “pulce” saltava Schaer prima della lunetta e apriva a Di Maria, tutto solo a destra, diagonale perfetto nell’angolino basso lontano (118’).Con questo solitario acuto l’Argentina approda ai quarti di finale del 5 luglio a Brasilia. Ma ha dovuto soffrire sino all’ultimo secondo delle due ore di gioco perché la Svizzera si ribellava al destino cinico e baro e andava all’assedio dell’area sudamericana nel recupero del secondo supplementare.E qui il dio del pallone, che non gradisce i “catenacci”, è stato malevolo. Andava all’attacco anche il portiere Benaglio e, su uno spiovente nei sedici metri argentini, Dzemaili (dal 112’ per Mehmedi) di testa colpiva il palo e, sul rimbalzo, metteva fuori di piede la palla del pareggio (125’).Così ha vinto l’Argentina, così si è salvata l’Argentina a San Paolo. In questo Mondiale le grandi squadre sono poco grandi e vanno sulla graticola contro le nazionali minori, orgogliose e bene attrezzate. Il Brasile, la Germania e ora l’Argentina, tra le squadre favorite di questo torneo, vanno avanti allo spasimo, all’ultimo secondo e ai rigori.L’Argentina è stata povera di gioco in un pomeriggio in cui Mascherano risultava molto mediocre, dalla zona mediana Gago costruiva poco e, sulle fasce, non andavano mai via Di Maria, subito a destra nella morsa del superlativo terzino Rodriguez e di Mehmedi, che arretrava infaticabile nel doppio ruolo di opporsi e andare all’attacco, e Lavezzi, sotto il controllo di Lichtsteiner e il raddoppio di Xhaka.E poiché intorno a Messi, che agiva fuori dall’area, erano sempre in tre a spegnergli gli scatti e il dribbling, l’Argentina pativa sui suoi lenti tentativi di sfondare. La sorreggevano Rojo, il terzino sinistro in costante proiezione offensiva, e qualche timida avanzata di Zabaleta. Nell’area elvetica Djorou (1,91) sovrastava Higuain che ha avuto un paio di sprazzi ed è rimasto praticamente fuori partita.Il soccorso reciproco a sbarrare ogni sentiero agli argentini esaltava il gioco difensivo della Svizzera. Nella salda trincea rosso-crociata Behrami trovava la sua vena migliore nel pressing e nei contrasti, finendo spesso sulla mattonella di Messi in prima battuta. Inler era bravo a prendere palla e andare, mai poi sbagliava l’ultimo passaggio. Qualcosa del genere sul fronte opposto capitava a Di Maria, il più tenace degli argentini, che batteva quasi sempre contro l’avversario che lo murava.Messi era troppo lontano dall’area per incidere. Se innestava il turbo veniva chiuso da tre avversari e non era fortunato nei suoi famosi rimpalli con cui spesso se ne va in gol salutando tutti.Xhaka e Shaqiri si impegnavano in un lavoro continuo di contenimento, ma erano lesti a proporsi avanti. I due più Behrami e Inler erano i quattro moschettieri del centrocampo elvetico che chiudeva tutti gli spazi. Sull’estrema linea difensiva, la Svizzera aveva solidi marcatori che giocavano spesso di fisico e di anticipo.Pure costruendo la sua mostruosa partita difensiva, la Svizzera aveva le due più limpide palle-gol del primo tempo (zero l’Argentina). Romero doveva salvare su Xhaka (27’) e Drmic (38’).Nella ripresa, l’Argentina accennava ad una accelerata, ma non liberava mai un uomo davanti a Benaglio. Di Maria era sempre ricco di buone intenzioni ma anche di cattive esecuzioni. Lavezzi girava al largo e, alla fine, usciva per Palacio (74’).Benaglio era bravo ad opporsi alla conclusione di Rojo (59’), al gran colpo di testa di Higuain (63’), l’unico lampo del Pipita, e a Messi (77’) finalmente entrato di prepotenza e di grazia nell’area di rigore.C’erano quattro “napoletani” in campo. Nell’Argentina Fernandez (buone chiusure, ma anche molti errori) e Higuain (troppo solo e sempre troppo addosso all’avversario per proporsi). Nella Svizzera Behrami e Inler nella trincea davanti alla difesa. Ma doveva essere ancora Dzemaili il “napoletano” più incisivo quando, nel finale, andava vicinissimo al gol del pareggio che avrebbe rimandato il match ai rigori. Un gol lo ha segnato in questo Mondiale nella disfatta della Svizzera contro la Francia.Mimmo Carratelli ARGENTINA (4-3-1-2): Romero; Zabaleta, Fernandez, Garay, Rojo (105’ Basanta); Gago (106’ Biglia), Mascherano, Di Maria; Messi; Lavezzi (74’ Palacio), Higuain.SVIZZERA (4-2-3-1): Benaglio; Lichtsteiner, Djorou, Schaer, Rodriguez; Behrami, Inler; Xhaka (65’ Fernandes), Shaqiri, Mehmedi (112’ Dzemaili); Drmic (82’ Seferovic).ARBITRO: Eriksson (Svezia).RETI: 118’ Di Maria. OTTAVI DI FINALE.Brasile-Cile 4-3 ai rigori (1-1 d.t.s.).Colombia-Uruguay 2-0.Olanda-Messico 2-1Costa Rica-Grecia 6-4 ai rigori (1-1 d.t.s.).Francia-Nigeria 1-0.Germania-Algeria 2-1 (d.t.s).Argentina-Svizzera 1-0 (d.t.s).Stati Uniti / Belgio, 1 luglio, Salvador de Bahia. QUARTI DI FINALEBrasile-Colombia, 4 luglio, Fortaleza.Olanda-Costa Rica, 5 luglio, Salvador de Bahia.Francia-Germania, 4 luglio, Rio de Janeiro.Argentina-Belgio/Stati Uniti, 5 luglio, Brasilia.
Gli svizzeri hanno inventato il catenaccio (e si è visto) ma l’Argentina ha Di Maria
Mimmo Carratelli
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