Né pomodori, né uova fradice alla Malpensa e a Fiumicino al rientro della nazionale italiana bocciata al Mondiale brasiliano. Indifferenza assoluta.Non c’è da meravigliarsi. La squadra (meno amata dagli italiani) era partita senza grandi entusiasmi, spaventata in partenza dal girone di ferro con Uruguay e Inghilterra. Di ferro l’ha fatto diventare l’Italia.Gli avversari più temuti si sono dimostrati battibilissimi. Si capisce che se, poi, gli azzurri si fanno infinocchiare dalla Costa Rica, al ventottesimo posto del ranking Fifa, allora è inutile parlare del clima tropicale, della sauna di Manaus, delle partite alle 13 (uguali per tutti) e persino degli arbitraggi poco amichevoli cui molti della nazionale di Prandelli sono abituati in Italia. Bocciati e neanche degni del lancio di un pomodoro.La nazionale italiana torna sfasciata dal Brasile. Non l’hanno sfasciata le dimissioni di Prandelli e del presidente federale Abete, né l’eliminazione dal Mondiale. L’ha sfasciata Gianluigi Buffon, il capitano, perciò il giocatore che più di tutti doveva salvaguardare l’equipaggio al momento dell’affondamento.Le sue dichiarazioni, dopo il tonfo contro l’Uruguay, accolte come le parole di un vecchio saggio, hanno disintegrato la nazionale e il futuro azzurro.Buffon non ha parlato come un vero capitano della nazionale, ma come il capo-clan degli juventini (sei in Brasile). Cercando di salvare se stesso e i compagni di club dal naufragio, ha messo alla gogna i giovani della formazione e, senza nominarlo, Balotelli.I “vecchi”, ha detto, si battono sempre, i nuovi no. Poi se i “vecchi” si battono e vengono ridicolizzati da avversari alla portata è un altro discorso.Vediamoli i “vecchi”.La difesa della Juve (Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini). Si è salvato il solo Barzagli senza bisogno di fare partitoni. E’ il piedistallo che ha fatto crollare il monumento azzurro innalzato dai media per far cassetta.Andiamo al gol risolutivo della Costa Rica. Il cross di Diaz sorvola Chiellini, Buffon accenna ad uscire, rimane fermo: Ruiz fa gol di testa.Gol dell’Uruguay. Segna di testa il più temibile, Godin, che lo ha nel suo repertorio. Bonucci non salta. Bonucci fa anche fallo da rigore su Cavani non sanzionato. Marchisio si fa espellere (è vero, l’arbitro messicano esagera).Con l’Inghilterra abbiamo rischiato di andare sotto (Henderson) e poi Rooney mandava a lato la palla del pareggio. Non proprio una difesa di “grandi vecchi”.C’è ancora Pirlo della pattuglia juventina e dei “sacri vecchi” in nazionale. Non ha indovinato una punizione delle sue. Ha preteso il centrocampo tutto per lui (escluso Verratti alla seconda partita). Ha fatto un solo lancio-gol (per Balotelli). E’ andato al passo. Di memorabile il “velo” che ha consentito il gol di Marchisio agli inglesi.Questi sono i “vecchi” che Buffon ha difeso con spocchia juventina di un club che ha perduto la classe di Boniperti, l’ironia dell’Avvocato e la sublime serenità di Del Piero.Il capitano non ha fatto nomi nella sua arringa dopo l’eliminazione. Ha mirato a palle infuocate, ma senza far nomi. Sarebbe stato più coraggioso farli una volta sceso in campo pesantemente.Obiettivo massimo, e non sottinteso, Balotelli, che ha molto peccato, omesso e sbagliato al Mondiale. Il suo fallimento non spiega la bocciatura dell’Italia che è avvenuta su tutta la linea, i “vecchi” in testa con poco nerbo e altre mancanze.Balotelli ha replicato alle parole di Buffon dicendo che “non si tradiscono i fratelli”. Lui si è sentito molto tradito dal fratello maggiore, dal capitano della nazionale, prima ancora che compagno di gioco.Se Buffon ha spaccato lo spogliatoio azzurro in Brasile, quale futuro per la nazionale? Potranno ancora coesistere, tanto per dire, Buffon e Balotelli? Chi comanda nello spogliatoio della nazionale, i “grandi vecchi” o il selezionatore?Non esistendo una Federazione, non solo per le dimissioni di Abete (per onestà intellettuale, ha detto!), nessuno è intervenuto sulla predica di Buffon. Meritava una censura.E dove sono le colpe dei nuovi, mandati allo sbaraglio in partite già compromesse? Insigne ha giocato 34 minuti, Cerci 21, Candreva fuori alla metà della seconda partita, Verratti gioca 57 minuti del primo match e 75 del secondo. Non hanno avuto la fiducia e la “carica” necessarie. Sono rimasti “ruote di scorta”.I “senatori”, che già fa bene Renzi ad eliminarli dal panorama politico, nel calcio hanno frantumato la nazionale. Perché è ormai chiaro che i “grandi vecchi” della squadra azzurra hanno fatto fuori Prandelli.E’ la versione che giunge dal Brasile. Una contestazione plateale al progetto tecnico di Prandelli, alle sue scelte, al modulo e via dicendo.Molti media si sono allineati alle critiche sul selezionatore. Addirittura il rimpianto per Montolivo (quale fenomeno!), appiedato da un infortunio. Poi la rinuncia a Pepito Rossi, e questa potrebbe anche starci. Ma dire che Toni (37 anni) e Gilardino (31) avrebbero cambiato il corso della storia, via, sembra esagerato. Anche Destro aveva concluso in tono minore la fine del campionato. Erano questi gli artiglieri, esclusi da Prandelli, che ci avrebbero portato lontano?Adesso si fantastica di Zaza, Berardi, Florenzi. Siamo alla frutta. Il calcio italiano si è impoverito economicamente e tecnicamente. Siamo ancora ad esprimere meraviglia giustificatissima per Totti, 37 anni. Questo vuole dire che, dopo di lui, non è venuto fuori più nessun talento. C’è ancora Cassano!E come vogliamo rilanciarla la nazionale senza giocatori di valore, col più brutto campionato del mondo, col gran numero degli stranieri che soffocano le giovani leve italiane, con le beghe di casa nostra, con gli stadi vecchi, con la violenza di cui un fantastico ragazzo napoletano, Ciro Esposito, aperto alla vita, è stato l’ultima atroce vittima, ucciso a Roma da un colpo di pistola ad altezza d’uomo nell’aberrante agguato di Tor di Quinto?Facile fare i processi, difficile dare soluzioni. Perché le soluzioni sono complesse dovendo rottamare un ambiente marcio, logoro, che si autoesalta prima di essere sbattuto fuori dalle competizioni europee e dai Mondiali.E’ povero il calcio italiano cui cerca di dare dignità Prandelli con le sue dimissioni se non fosse che va via non per il fallimento del progetto tecnico, ma per la “rivolta dei senatori”, pronti a difendere se stessi e ad attaccare gli altri, incapaci di difendere tutti quelli che sono sulla barca che affonda come imporrebbe il più elementare codice etico a un “capitano” per giunta.Prandelli aveva sollecitato uno spirito patriottico per superare l’ultimo ostacolo del girone. Patetico richiamo a uno spirito che non c’è, a una patria che non c’è, fatta nel calcio di tante patrie comunali che si odiano e seminano violenza.Non è facile venirne fuori. Ma Buffon ha dato l’ultimo colpo a un edificio fradicio. Forse è stato un bene se si saprà ricostruire.MIMMO CARRATELLI
Buffon non si comporta da capitano e sfascia la Nazionale
Mimmo Carratelli
ilnapolista © riproduzione riservata