Il mio Parma – Napoli
– La mimetica non è una opinione.
– L’inizio è stato tra i più promettenti: Bergonzi ha ritenuto la mimetica pezzotta non idonea (come per il 99,9% dei tifosi) perché intollerante alle uova.
Per la precisione, il 99,9% dei tifosi ha ritenuto Bergonzi non idoneo ad arbitrare perché intolleranti agli orbi.
– Ricordi random al Tardini:
Nella stessa partita, gli unici gol in maglia azzurra di Jonas Thern e di Enzo Gambaro;
Osio, il sindaco;
Le lacrime di Taglialatela;
Un nefasto 3-0 con esordio di Beto e Caccia e con l’invenzione del doppio libero (Ayala – Cruz) di Simoni;
Un fuorigioco gol del Pocho;
La trasferta in cui ho preso in assoluto più pioggia in testa. Un 1-3 spettacolare;
Un rigore regalato a Lanzafame da parte di un Trefoloni in stile Bergonzi.
– La cronaca della partita si può ridurre al gol di Parolo, che non sentivo nominare da novembre, il rigore netto su Duvan, tramutato in simulazione da Bergonzi e gli ultimi 10 minuti del Napoli che ha cercato, grazie agli ingressi di Mertens e Duvan, di riacciuffare il pareggio. Stop.
– Prima, durante e dopo, passaggi troppo lunghi, passaggi troppo corti, lanci troppo a destra, lanci troppo a sinistra, tanti calci, poco calcio, qualche gomito alto e sbadigli a iosa.
– È stata una di quelle gare che, il giorno dopo, a parte le sopracitate azioni, già si inizia a dimenticare ciò che è accaduto. Anzi, si mette in dubbio che qualcosa sia accaduto.
– E non dimentico per confusione, ma con lucidità. Una partita in cui accade il poco o il nulla è semplicemente una partita che non è.
– Cosa potrei mai ricordare di rilevante? Pur concentrandomi, sforzandomi, nulla esce.
La faccia incavolata di Gonzalone al momento della sostituzione? Sì, ma che notizia è? Ha giocato male, era nervoso e mi avrebbe più sorpreso una reazione diversa. Me la ricordo solo perché è stata ripresa da tutte le telecamere, con tanto di spiegazione di Paolo Crepet dagli studi e perché se n’è parlato più del cazzotto di Destro.
– Oppure potrei ricordare il gomito di Cassani dietro la testa di Fernandez e chiedermi come mai, considerando il neo regolamento adottato da ieri, il nostro difensore non sia stato ammonito.
– O ancora quando Molinaro è praticamente stramazzato al suolo in virtù di uno scontro frontale con un muro chiamato Reina.
– Ma sono inezie, quisquilie, irrilevanti situazioni di non gioco. Situazioni che tra poche ore saranno evaporate e volatilizzate definitivamente dalla mia testa.
– E mi sembra del tutto inutile anche soffermarmi con dovizia sulla direzione del Byron Moreno di giornata, la cui unica decisione azzeccata è stata quella sulla camouflage con cui ho aperto. Bergonzi Mauro che non ci fa bene dal 2007, quando ci concesse i famosi rigori contro la Juve per un non fallo su Lavezzi e per il tuffo di Zalayeta. Da allora, espulsioni, occhi bendati e perle molto simili a quella di ieri al Tardini.
– A prescindere dal nuovo regolamento sopracitato, in cui vige la regola che prevede il cartellino giallo per chi venga falciato in area, la sua prestazione è stata ridicola, sostituendo il gioco del calcio al gioco dei calci.
– Ma non è questo il punto. Non è l’inqualificabile Bergonzi ad averci impedito di giocare per più di 70 minuti.
– Qual è stata la partita che mi ha lasciato più perplesso nel girone d’andata? Napoli – Parma.
Qual è stata quella nel girone di ritorno? Parma – Napoli
– Ho difficoltà a pensare che abbiamo lasciato 6 punti a Donadoni.
Ho difficoltà a pensare che il nostro potenziale offensivo non abbia messo in difficoltà e segnato manco un gol a una difesa comandata da Paletta.
– Se avessi una decina di anni in meno, sono certo che al sosia ringiovanito di Nevio Scala gli darei molto più fastidio io che di certo non ero un fulmine.
– E ho difficoltà a pensarlo proprio perché so cosa questa squadra sia capace di fare quando ne ha voglia. Ecco, appunto, la voglia.
– E l’impegno infrasettimanale, come abbiamo potuto notare, c’entra quanto l’Inter in testa alla classifica.
– Le potenzialità di questa squadra sono indiscusse. Sfido chiunque a trovarmi nel recente passato partite studiate, costruite e vinte come quelle della squadra di Benitez.
Ma, allo stesso tempo, bisogna capire ed accettare che la strada da fare è ancora lunga.
– Non lo dico io ma, a prescindere dalle doti tecnico tattiche di ogni singolo giocatore, dai moduli, le sostituzioni e dalle diverse correnti filosofiche-religiose, la chiave di tutto è la testa.
– I 17/20 punti dalla Juve e i 12 dalla Roma sono bugiardi. Lo abbiamo dimostrato sul campo in maniera inequivocabile, ma i cali repentini di tensione hanno squarciato il divario ed hanno caratterizzato la stagione.
– Di cosa parlo? Faccio un esempio. Che poi è la cosa che mi ha fatto infuriare più di ogni altra. Sul rigore non concesso di ieri, quasi tutti i nostri giocatori si sono voltati dall’altra parte. Il “ma che ce ne fotte” è sembrato l’unico pensiero comune alla squadra.
– Non dico di imitare altri provinciali club, facendo entrare in campo tutta la panchina, o i pezzi da 90 nello spogliatoio del direttore di gara o urlando come janare nel dopo gara contro l’arbitro di Torre Annunziata, ma in quella occasione, immaginavo Vidal, Lichtsteiner, Chiellini, De Rossi, Totti ecc ecc cosa avrebbero combinato. Come minimo avrebbero appeso Bergonzi alla traversa a testa in giù (senza dimenticare i commenti della D’Amico e di Massimo Mauro nel post partita e la moviola vivisezionata anche dal satellite propinandocela per l’intera settimana – ma qui, poco ci possiamo fare-).
– Le partite, molte partite, si vincono anche così. Anche solo con la voglia. Con la personalità. Quella che noi in provincia amiamo definire cazzimma.
– Si parla tanto di mercato in questi giorni (a tal proposito, voglio confermare che Bigon è andato a Lione non per visionare Gonalons, ma per capire se a Marotta bruciasse ancora il mazzo). Bene, io voglio giocatori per l’anno prossimo che abbiano lo spirito di Henrique o di Mertens. Giocatori che mangiano gli avversari anche su un innocuo pallone nei pressi della linea laterale o quelli che, siano 10 minuti o 90, comunque riescano a fare la differenza o a lasciare un’impronta. Voglio la determinazione di Reina o quella del miglior Valon e voglio giocatori come Higuain che quando sostituiti, sapendo di aver giocato male, s’incazzino come le bestie.
– Gente che suda forse non basta. Ci vogliono quelli che escono dal campo con le maglie stracciate. Ecco perché io ho amato il Pocho. Gente che le partite me le faccia ricordare.
Ecco, vorrei 11 De Laurentiis in campo, non fuori.
– Ho letto a tal proposito che molti miei amici juventini hanno ironizzato sulla presunta aggressione del presidente a un tifoso. Dico che se lo ha fatto, ha sbagliato. Ma dico anche che a parti invertite non sarebbe mai potuto accadere. Agnelli che fa il lupo la vedo difficile, ma ancora più difficile sarebbe vedere un tifoso bianconero fuori uno stadio in trasferta con la squadra al terzo posto.
– Comunque, per coerenza al nuovo regolamento, ammonite il tifoso o portatelo in questura.
– Per chiudere, augurandomi che la voglia, la determinazione e la cazzimma siano presenti in tutte le partite la prossima stagione, faccio mio, e che sia d’insegnamento a nostri ragazzi, un vecchio e celeberrimo motto del presidente del Borgorosso, “chi si estranea dalla lotta o è un vile o è un Marotta”.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca
Gianluigi Trapani