Nella classifica per club i primi tre posti sono occupati dalle squadre spagnole. Oggi, alle loro spalle, si piazzerà la Juve con l’acquisto di De Ligt
Siamo solo a metà luglio, scrive il Corriere della Sera, ma il calciomercato estivo ha già sfondato la soglia dei tre miliardi. È accaduto giovedì scorso, con il pagamento della clausola da 120 milioni per Griezmann.
Oggi, solo quattro giorni dopo, siamo già a tre miliardi e 250 milioni. Si arriverà a 3 miliardi e mezzo alla fine della settimana, quando saranno formalizzati gli acquisti già chiusi come quello di De Ligt alla Juve.
Un “mare” di denaro. Ed è ormai chiaro che il record di 4,5 miliardi dell’anno scorso, fino al 2 settembre, sarà polverizzato.
Altobelli parla di “troppi giocatori sopravvalutati”. I difensori, scrive il Corriere della Sera, hanno spesso quotazioni da centravanti.
La novità, rispetto all’anno scorso, è che a farla da padrona non è la solita Premier ma la Liga. In Spagna, infatti, è stato investito già più di un miliardo. 303 milioni solo il Real, che ne ha spesi 100 per Hazard. Segue il Barcellona a quota 233, e poi l’Atletico Madrid a 197 milioni.
La Spagna mira a riprendersi la scena dopo l’ultima finale di Champions, tutta inglese. Perché tutto, ormai, ruota attorno alla grande coppa, soprattutto i soldi, scrive il Corriere della Sera.
La Uefa per il triennio 2018-2021 distribuisce oltre 2 miliardi facendo sì che sia il triennio più ricco di sempre.
E allora: investire soldi per guadagnare soldi. È questo il senso del mercato e i club cercano di percorrerlo.
Secondo uno studio Transfermarkt, la classifica delle spese vede in testa la Liga con 1,07 miliardi, segue la Serie A con 729 milioni, poi la Premier con 692, la Bundesliga con 530 e la Ligue 1 con 220.
Anche la Germania si muove. Nella graduatoria per club, dopo le tre spagnole ci sono Dortmund (128) e Bayern (120).
Oggi però lo scenario cambierà, scrive il Corriere della Sera: con l’acquisto di De Ligt la Juve passerà a quota 130-140, piazzandosi subito dietro le tre spagnole.
“Soldi, soldi, soldi. Assegni milionari che somigliano a dichiarazioni di guerra. Anzi, lo sono. Perché la Champions non è un sogno proibito, ma carissimo sì”.