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Dieci cose da ricordare del primo Napoli della stagione – Gaetano si farà, Verdi Jep Gambardella

Possiamo avere i numeri bianchi e non scuri? Verdi non voleva solo partecipare alle azioni d’attacco. Voleva il potere di farle fallire. Il risarcimento a Maggio

Dieci cose da ricordare del primo Napoli della stagione – Gaetano si farà, Verdi Jep Gambardella

Napoli-Benevento le dieci cose da ricordare

È cominciata la stagione, finalmente, anche se non è ancora terminato lo sperpetuo del calciomercato. Non è certamente una partita come quella con il Benevento – con tanti Primavera e una condizione ancora elementare – a poterci consegnare verità scolpite nella pietra ma dieci cose da ricordare e da portarci dietro si possono comunque trovare. Eccole.

Finalmente si gioca

1) I numeri scuri dietro le maglie. Non spiccano. Si confondono con la trama azzurra. Si fa in tempo a cambiare e prevederli bianchi?

2) Non potendo avere ancora Lorenzo, ci siamo goduti Roberto Insigne. Per non farci sentire la mancanza del fratello, il tiro a giro lo ha piazzato lui, di sinistro. Si deve essere così immedesimato da prendere il palo. 

3) Il gol di Callejon. Anche un anno fa il primo gol stagionale fu segnato da uno spagnolo. Era Fabián Ruiz. Un buon auspicio. Callejon è reduce dal campionato in cui ha segnato meno da quando è in maglia azzurra. Buoni i suoi inserimenti nel primo tempo quando il pallone cambiava lato con Ghoulam. 

4) La ricerca dei terzini come prima soluzione per la costruzione del gioco sulla rimessa del portiere. È una soluzione che nel finale dello scorso campionato si era già vista con un certa frequenza. Un annuncio dell’atteggiamento che vedremo.

Anche Gaetano tra le dieci cose da ricordare

5) La partita di Gaetano. Un ragazzo che può fare più cose. Lo avevamo visto soprattutto da trequartista a ridosso dell’area di rigore, qualche volta anche dentro, perfino da prima punta. Ieri ha fatto gioco per tutto il primo tempo, compresi un paio di palloni carichi di personalità serviti in verticale per Tutino, a scavalcare (sopra la testa) il difensore avversario. Ha mostrato una certa disposizione a essere utile in più posizioni, cosa che fa di lui potenzialmente un giocatore per Ancelotti. Ci lascia un dubbio: mandarlo in B a mettere minuti nelle gambe o tenerlo per farlo crescere qui ma con più lentezza? Le prossime amichevoli ci daranno una risposta.

6) Verdi si è alloggiato due gol come un friariello. È come se con la testa fosse altrove. Possiamo immaginare alle trattative di mercato. Per ora è una specie di Jep Gambardella. Non voleva solo partecipare alle azioni d’attacco. Voleva il potere di farle fallire. 

7). Mentre discutevamo su quanto Albiol fosse importante per Koulibaly, o viceversa, senza né Albiol né Koulibaly abbiamo visto un liscio di Maksimovic sul pareggio di Coda e un tunnel subito da Luperto in occasione del secondo gol di Vokic. Il problema non è nemmeno il tunnel ma una certa attitudine a farsi portare per i vicoli. Miglioreranno quando la condizione sarà stata raggiunta. 

8) Nel frattempo, in coincidenza con tutto questo, c’è il tweet di benvenuto a Kostas Manolas, il difensore greco soffiato alla Roma. Il Napoli lo ha lanciato sui social con l’hashtag #WeAreAllBrothers, vale a dire il titolo dell’intervento sul razzismo di Koulibaly per The Players Tribune.

9) Rog non è più/non è di nuovo il cagnaccio che ricordavo. Non ieri. Mi chiedo se un anno di panchina possa avergli afflosciato fiducia e personalità.  

10) La maglia consegnata a Maggio, un piccolo risarcimento per non averlo potuto salutare come meritava, con un giro di campo al San Paolo in occasione della sua ultima domenica da napoletano, nella primavera del 2018. 

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