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E anche Pioli si convertì alla difesa a quattro

Prima che l’otto maggio perdesse lanciando il Napoli verso la qualificazione alla Champions, il Bologna si era costruito fama di bestia nera, una squadra a specchio, difficile da superare, con un allenatore (Pioli) riconosciuto come abile rimescolatore di mosse per ingarbugliare Mazzarri. Cosa è rimasto di quel Bologna, si fa presto a dire. Il modulo è cambiato, gli uomini meno. Curiosamente, mentre il Napoli perdeva la difesa a tre di Mazzarri, pure Pioli decideva di rinunciare alla sua, votandosi allo stesso modulo amato da Benitez, il 4-2-3-1.
I due giocatori più importanti sfilati al gruppo sono Gilardino e Taider. Gilardino ha segnato 13 gol, ma non era lo sbocco vero della manovra della squadra. Non lo è stato mai. La squadra di Pioli era (ed è) preparata perché sia Diamanti a concludere più spesso in porta (in media 4 volte a partita), per essere chiari una frequenza in linea con quelle di Cavani e di Di Natale. Ciò non vuol dire che Diamanti sia l’uomo cui si chiede il maggior numero di gol, ma la sua imprevedibilità negli inserimenti (a questo punto solo teorica) rimane la principale fonte di offesa. Senza che Diamanti rinunci alla sua vocazione classica di suggeritore (7 assist l’anno scorso). Bianchi dovrà essere un replicante di Gilardino nelle caratteristiche, forse ha più presenza fisica in area e partecipa meno al gioco, offre meno opportunismo e meno battaglia. Undici gol nel Torino segnati entrando e uscendo, quattro di testa e tre su rigore. In B l’anno prima erano stati otto, ma ben cinque decisivi per il risultato. Così come sono stati conservati gli stessi tratti di Taider scegliendo Della Rocca (dal Siena) come suo sostituto a centrocampo. Stessa propensione ad avere il pallone tra i piedi, a cercare il passaggio corto, a non sottrarsi se c’è un tackle all’orizzonte.
Pur con la difesa a quattro anziché a tre, bisogna perciò aspettarsi lo stesso Bologna di sempre: una delle squadre più aggressive dell’intera serie A (l’anno scorso 105 cartellini gialli, solo Atalanta Cagliari e Parma ne hanno subiti di più), con Kone soprattutto, ma anche una delle squadre meno precise nella circolazione della palla. Della Rocca, in questo senso, rispetto a Taider porta più misura e un po’ meno di originalità. In difesa, Antonsson rimane il più sbrigativo di tutti nel gettar via la palla nei momenti di pericolo, in un reparto che comunque tende a uscire palla al piede per cominciare a costruire. Garics e Motta furono lo scorso anno la coppia di esterni più precisa nei cross dalle fasce, l’arrivo di Cech a sinistra serve a dare maggiore copertura. Ovviamente l’insidia maggiore sta nelle punizioni di Diamanti, fenomeno a calciarle ma soprattutto a guadagnarsele: l’anno scorso quattro a partita, più di chiunque altro calciatore in serie A.
Il Ciuccio
(fonte dati: Opta)

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