Sul Corriere della Sera: “Essere giovani riesce a tutti, non è una differenza”. Gianni Mura su Repubblica: “Si sono visti i soliti difetti”.
“L’Italia giovane, che suona meno risorgimentale di giovine Italia, inizia il cammino europeo con un 2-0 positivo ma non esaltante. Per lunghi tratti si sono visti i segnali della vecchia Italia: Bonucci regista aggiunto col lancio lungo, perché i due play non trovavano pertugi (meglio Verratti di Jorginho), attaccanti in difficoltà contro una difesa a 5 scolastica ma corretta, Immobile quasi sempre in fuorigioco, Bernardeschi forse contrariato da un rigore negato (c’era) che s’avventura in dribbling e perde un sacco di palloni, faticosi disimpegni della difesa, in cui Chiellini è il solito pilastro e Piccini fa quel che doveva. Nemmeno un buon avvio dà la carica agli azzurri”.
Mario Sconcerti scrive:
“È stato come pensavamo? No, un po’ peggio, qualche accenno di gioco rapido all’inizio, poi abbastanza confusione. Sono mancati i leader”.
E ancora: “Una squadra cioè ancora bambina, senza un riferimento centrale, un asse attorno a cui ruotare”.
Siamo giovani, non ricordo Nazionali dove i gol siano stati segnati da due ragazzi che non passano insieme i 41 anni. È una squadra diversa, imperfetta, ma nemmeno pensabile due stagioni fa quando arrivò la Svezia. Siamo giovani e stiamo vincendo, questo conta adesso. Se si è giovani e basta si finisce in B. Essere giovani riesce a tutti, non è una differenza.