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Il coraggio di Mazzarri nel tenere fuori Cannavaro

La gestione di un gruppo è una delle attività più complicate che esistano. Come spesso avviene, a mio avviso una naturale predilezione è sempre d’aiuto. E poi, altrettanto naturalmente, l’esperienza, il trovarsi più volte di fronte a matasse da sbrogliare, aiuta. E infine, occorre anche il coraggio, dove per coraggio intendo la forza di difendere il proprio punto di vista. E oggi a Mazzarri questo coraggio va riconosciuto.

La decisione di lasciare Cannavaro, il capitano ritrovato, in panchina domani a Firenze è una scelta molto coraggiosa. Che espone l’allenatore a critiche che potrebbero travolgerlo. Ma come? Il Napoli vince una partita giudiziaria in maniera sorprendente e rivoluzionaria e lui lascia in panchina il giocatore simbolo che era stato ingiustamente squalificato? Una scelta difficile e rischiosissima. Ma, a mio avviso, giusta.

Non sono un detrattore di Cannavaro, tutt’altro. È però un dato di fatto che nelle ultime tre partite la linea Campagnaro-Britos-Gamberini sia apparsa convincente al punto di risultare determinante per le tre vittorie consecutive. Un solo gol subito, quello di Osvaldo.

Dall’altra parte, però, c’è il capitano. Un calciatore che ha giustamente il suo peso nello spogliatoio e che da anni è comunque un giocatore rappresentativo di questo Napoli. Da alcuni non amato, ma riuscire ad ottenere il consenso unanime è un lusso riservato a pochi.

In questo modo Mazzarri ha premiato ancora una volta il lavoro sul campo. Ha responsabilizzato ulteriormente chi in queste tre partite ha contribuito a risollevare la squadra e ha chiarito ancora una volta che – tranne casi eccezionali – non esistono gerarchie immutabili.

Ora, ovviamente, aspettiamo la controprova del campo.

Massimiliano Gallo

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